La SF-25 di Charles Leclerc sottopeso, quella di Lewis Hamilton con il pattino eccessivamente usurato. Sono passati tre giorni dalla doppia squalifica Ferrari a Shanghai, terminato il secondo appuntamento stagionale. Un fatto inaccettabile, perché mai due vetture nella storia del Cavallino erano state squalificate al termine dello stesso Gran Premio, per giunta a causa di ragioni tecniche differenti che si rifanno a un errore di valutazione commesso dalla squadra.

Un errore non all’altezza della storia della Ferrari, giunto al termine del GP numero 1100 corso nella massima serie e diventato l’emblema di quanto complicato sia stato l’inizio di stagione per la Scuderia, tra errori al muretto e una SF-25 dalle prestazioni deludenti. Una doppia squalifica che sarebbe stata inaccettabile persino per l’ultima delle squadre in griglia, eppure, a oggi, nessuno ci ha messo la faccia: solo un comunicato, in cui si ammette l’errore commesso e si dichiara di non voler appellarsi alle decisioni prese dai commissari sportivi in quanto ritenute corrette. Nemmeno un messaggio di scuse ai piloti, che finora hanno salvato la situazione nonostante i tanti errori commessi, prima a Melbourne e poi a Shanghai, dove peraltro è arrivata la vittoria di Hamilton nella Sprint Race e una gara all’attacco nonostante l’ala danneggiata di Charles Leclerc la domenica. Nulla di tutto ciò è stato fatto, se non le solite parole di routine. Un anno fa uno scenario simile era toccato alla Mercedes, con George Russell squalificato al termine del GP del Belgio, vinto, a causa della W15 giudicata sottopeso: “Perdere una doppietta è frustrante e possiamo solo chiedere scusa a George, che ha corso una gara magistrale” dichiarava Toto Wolff nel comunicato diffuso dalla squadra, in cui Mercedes faceva mea culpa dell’errore commesso. Ferrari ha scelto il silenzio, ma difficilmente una giornata così buia verrà dimenticata.
Una situazione quasi irreale, peraltro in un campionato in cui l’unico obiettivo doveva essere quello di tornare alla vittoria, specie dopo il finale da assoluti protagonisti vissuto la passata stagione quando, nonostante un inizio difficile, la Scuderia ha sfiorato il titolo costruttori, andato poi alla McLaren. La stagione è lunga, ma l’inizio è stato uno shock e non c’è da meravigliarsi se intorno alla Ferrari regni la delusione, come sottolineato da Leo Turrini nel suo blog “Profondo Rosso”: “È comico stupirsi delle esasperate reazioni all’avvio da incubo. Se tu sei uno dei brand più famosi sulla faccia della terra, una Leggenda dell’automobilismo, e assumi il pilota dei Record, un Mito, e sei reduce da una stagione in cui ti sei giocato un titolo fino all’ultimo metro dell’ultima gara, beh, è ovvio che ti esponi. Se in due week end fai diciassette punti, cosa ti aspetti? Barbera e champagne? E via, è tutto normale. Non è normale che la Ferrari sia in questa situazione”. Un attacco duro, soprattutto considerato quanto successo in Cina, complice una SF-25 deludente: “Facciamo che Fred Vasseur non meritava di entrare nella storia del Cavallino in questo modo. E sono gentile. Dopo di che, sommessamente io credo che la squalifica doppia sia figlia della SF-25. È una macchina nata complicata (e questo è un eufemismo). Difficilissima da mettere a punto. È un cubo di Rubik su quattro ruote. Avevo segnalato per tempo le perplessità (interne) che accompagnavano le soluzioni tecniche varate per questa monoposto. E qui dobbiamo essere chiari fra noi. A fine 2024, la McLaren era la macchina migliore. Ma la Ferrari era lì. Se tu prendi una strada nuova e dopo due gare hai gli stessi punti della Williams, con rispetto parlando, non puoi venirmi a raccontare che stai sperimentando in funzione del 2026. Queste sono scempiaggini. Oggettivamente, fin qui il bilancio è disastroso. Senza il capolavoro di Lewis nella Sprint, saremmo alla tragedia sentimentale. A me del 2026 importa una mazza, con 22 gare da disputare”.
