strategie discutibili, la scuderia di
Maranello ha vissuto uno dei weekend più
difficili di questa stagione. Il GP del
Canada ha messo in luce ancora una volta
l'immaturità della Ferrari nella gestione
della squadra e delle gare complesse.
Nonostante il successo a Monaco, il
weekend nero di Leclerc e Sainz, segnato
dalla loro doppia uscita di scena, ha
sollevato interrogativi sulla competitività
della squadra sia nel campionato piloti
che costruttori
Un weekend decisamente complicato per la Ferrari, che di questo Canada non si è goduta né un rettilineo né un punto da portarsi a casa. Due zeri infatti per questa gara che, nonostante i colpi di scena, ha avuto un finale difficile da digerire per piloti e Scuderia. È vero che la combinazione di adrenalina e sfide impreviste sono ciò che mantengono interessante questo sport, ma questa volta la storia del team di Maranello sta davvero cercando di portarsi lontana dagli episodi della stagione 2023, dichiarata deludente in almeno tre lingue – tutte quelle che parla Charles sicuramente – e non si accettano più situazioni del genere. Il GP del Canada è stato un duro colpo per il team, specialmente considerando il potenziale mostrato dalla SF-24 fino ad ora, e la speranza di tutti era anche stata alimentata da quella vittoria a Monaco, che sarebbe dovuta essere un vero e proprio antipasto, non un dessert. Il verdetto finale di questo fine settimana è legato alla paura e a una domanda: che la squadra italiana non abbia perso le vecchie abitudini?
Questo Gran Premio del Canada si è rivelato una vera e propria disfatta, visto che sono apparse evidenti le difficoltà della Ferrari. Se per il successo di due weekend fa il team aveva mostrato segni di maturità e competenza, stavolta il circuito canadese ha reso chiara nuovamente la loro incapacità di gestire situazioni impreviste e condizioni meteorologiche avverse. Già durante le prove libere, nonostante le dichiarazioni di Vasseur promettessero una buona tenuta su asfalto bagnato, come speravano, la performance della Rossa non è stata delle migliori. Tra errori di gestione degli pneumatici e pit stop evitabili, le monoposto non riuscivano a prendere velocità, non accendendo mai le gomme e segnando dei tempi che sono arrivati a lasciarli fuori dopo un incommentabile giro di Q2. Lenti e pronti a dare colpa agli altri, si sono ritrovati quindi in 11esima e 12esima posizione in griglia di partenza, ma la verità è che nessun impeding questa volta avrebbe fermato i problemi alla power unit di Leclerc. Costringendolo a regolare continuamente i settaggi sul volante e compromettendo la sua gara sin dai primi giri per colpa di un necessario sottosterzo tanto odiato dal monegasco, la numero 16 è rimasta per almeno 20 giri nella stessa posizione di partenza, alternandosi con i piloti che solitamente non arrivano neanche in zona punti. Umiliante per una Ferrari, che viene superata da un Haas che sfreccia dalla fine della fila alla quinta posizione senza chiedere neanche permesso.
Un passo gara non buono, né sull’asciutto né su bagnato, vista la pista divisa praticamente a metà dal sole. E divise erano anche le decisioni al box, visto che già reduci da un errore di montaggio gomme costatogli ben 5000€ durante le Fp2, cercando di tenere testa all’instabilità del tempo, hanno montato una hard per “tentare” senza tenere conto della possibilità di pioggia nei secondi successivi. La stessa che ha reso impossibile poi a Leclerc mantenere la vettura stabile. In questo modo Ferrari ha perso almeno otto decimi e il numero 16 si è ritrovato doppiato come era già successo nel 2022. Altra pista sfortunata per Leclerc, che però stavolta si è fatto fare compagnia da Sainz, che incastrato lì tra la 12esima e la 15esima, finisce per subire danni al fondo dopo una perdita di controllo che arriva a farlo girare su stesso e a ritirarsi. Il team principal ha ammesso che le condizioni della pista non hanno poi tanto influito sulle prestazioni della squadra, quanto il fatto che vi siano stati errori interni che hanno danneggiato quella possibilità di ottenere un buon risultato. Tuttavia tutto ciò che hanno portato a casa è stato un disastro, pesante non solo per le speranze nel campionato piloti, che sono sempre state più un sogno che un obiettivo tangibile fin ora, ma anche per il campionato costruttori, dove la lotta con McLaren e Mercedes si fa sempre più intensa. Leclerc, che ha perso terreno prezioso nella classifica, si trova ora a -56 punti da Max Verstappen e per ora arrivederci ai sogni di gloria! L' affidabilità e la solidità della Ferrari è stata quindi messa in dubbio, facendo pensare che vi siano crisi più profonde di quanto non venga detto e che il Canada potrebbe essere solo un inizio di un ritorno alle difficoltà del passato, visto che era stato considerato un banco di prova.
Pertanto la strada verso la lotta con Red Bull era ancora tutta da percorrere già prima di questi eventi, come ammesso dallo stesso Vasseur, e i miglioramenti comunque non tarderanno ad arrivare. Maranello non si ferma qui, perché quanto dimostrato a Monaco è ancora riproducibile e la stagione dopotutto è ancora lunga. Bisogna mantenere calma e motivazione pur vedendo le Mclaren avvicinarsi dagli specchietti. “Dobbiamo continuare a prestare attenzione ai dettagli. La cosa peggiore sarebbe immaginare che sia già tutto fatto e che sarà così fino alla fine". Ecco cosa dice il francese a capo della scuderia che guarda a questo episodio canadese come un'esperienza da cui imparare, impegnandosi a portare in pista una squadra più forte quasi ogni weekend. Perché il mondiale è più acceso che mai e dopo aver visto quanto sia possibile che i team si tengano sempre più vicini tra loro, è anche plausibile immaginare che vi sia speranza per tutti.
Le circa trenta configurazioni diverse per l'aerodinamica messe a punto dal Dipartimento motori saranno anche non servite a molto, così come la strategia di utilizzo delle mescole adottata, ma adesso, prima di una possibile epoca Binotto, ci si aspetta che niente di tutto questo accada di nuovo. Lo stesso Charles, dichiaratosi inca**ato per la performance, non riesce a credere a quello che è successo, probabilmente anche terrorizzato dall'idea che la sua monoposto possa iniziare di nuovo a non collaborare. E pur volendo facendo intervenire l'ottimismo, pensando che questo sia solo un brutto ricordo, non si può dimenticare che alla Ferrari manchi un mondiale da quasi 17 anni.
Il Canada potrebbe aver illuminato la strada giusta alla Rossa o averla resa ancora più buia, perché le carenze ci sono e ai Tifosi tremano già le gambe, ma la Spagna sarà un nuovo checkpoint e si è pronti a risolvere quanto prima i problemi che si sono presentati. Perché alla fine la competitività c'è, esiste ed è tangibile e il team può davvero ambire a raggiungere i vertici, ma deve farlo senza sbagliare un colpo d'ora in poi.