Che negli anni d’oro si sono un po’ cullati sui risultati è certamente vero, così come è vero che Yamaha ha fatto scelte discutibili già da quando c’era ancora Valentino Rossi. Però adesso una cosa bisogna dirla: hanno una sf*ga che nemmeno Fantozzi e tutti gli sforzi che gli ingegneri giapponesi stanno facendo insieme a quelli “soffiati” a Ducati e ai collaboratori scelti per migliorare le performance della M1 finiscono puntualmente vanificati. Anzi, finiscono vanificate pure le opportunità.
No, i nuovi problemi di salute di Fabio Quartararo (di cui abbiamo parlato qui) questa volta non c’entrano niente, così come non c’entrano niente le ipotesi di un arrivo o meno di Pramac dopo una eventuale rottura con Ducati. La faccenda è più contingente e di sfortuna pura: il meteo. Perché Yamaha, che già ha dovuto rinunciare completamente a un test importantissimo nelle scorse settimane a causa della pista bagnata, s’è ritrovata oggi nella stessa identica situazione a Valencia. A Valencia: dove non piove praticamente mai. Mai, tranne quando c’è Yamaha a fare un test lì. Quartararo e Rins qualche giro hanno comunque provato a farlo, così come gli incontri con gli ingegneri si sono regolarmente svolti per fare il punto su ciò che deve migliorare nella M1. Però i km, quelli che servono davvero per provare e riprovare materiali e soprattutto per capire a fondo come lavorare sui setting e sullo stile di guida, sono quasi totalmente mancati.
In programma, stando a quanto è dato sapere, c’erano diversi aggiornamenti da testare sulla M1 per quanto riguarda l’aerodinamica. Appendici varie che dovrebbero far ritrovare alla M1 l’agilità perduta e far subire di meno al pilota il peso della moto. “Durante l’era di dominio giapponese – ha spiegato a SpeedWeek l’ingegnere Massimo Bartolini, ex Ducati – c’era sempre una specifica tecnica per la stagione e una fase di sviluppo. Gli europei lavorano in modo totalmente diverso. Una volta che una parte è stata migliorata, poi la riesaminano immediatamente con l’idea di migliorarla costantemente. Oggi lo sviluppo funziona così in MotoGP per i marchi di successo. Questo lo hanno capito anche in Yamaha e per questo, grazie anche alle concessioni, contiamo molto nei test in più che possiamo fare con i nostri piloti”.
Solo che il meteo, a quanto pare, non tiene in considerazione la necessità di dare una mano a Yamaha per ritrovare competitività nel motomondiale. Con le nuvole nere sul Team Monster Energy che potrebbero non essere solo quelle vere che si vedono in cielo. Da qualche giorno, infatti, si parla della possibilità di una rottura con Alex Rins. Il pilota spagnolo, ex Suzuki e Honda, ha il contratto in scadenza alla fine di questa stagione, ma fin dall’anno scorso sono stati in molti a sostenere che non ci sarebbero stati problemi per prorogarlo. Sembra, però, che Rins si sia reso conto di quanto la situazione in Yamaha richieda tempo e pare ci sia stato qualche ammiccamento con il Team TrackHouse, dove troverebbe sì una squadra satellite, ma anche una moto che potrebbe metterlo in condizioni di lottare per il podio, oltre a un Davide Brivio con cui ha già lavorato negli anni in Suzuki.