Ha rivisto il pubblico di quando correva suo figlio Marco e degli anni d’oro della MotoGP e si è anche commosso per questo. Paolo Simoncelli lo ha ammesso nelle consuete righe post GP che affida al sito della sua Squadra Corse SIC58. “Il Mugello – ha scritto - rimane il nostro GP per eccellenza, spiegatelo voi il ritorno del Mugello che conoscevamo, dopo tre anni di silenzio tombale”. Una gioia, quella di rivedere tanta gente sulle tribune e sui prati delle colline di Scarperia, che però deve fare i conti anche con un po’ di rabbia.
Per cosa? Per il solito atteggiamento della race direction. “Spiegatelo voi a chi non c’ è mai stato cosa è quell’avvolgente fragranza di erba e benzina, quei mille colori che sfilano sulla collina, quei numeri che sbandierano alti. il rombo delle motoseghe, quel prato così caotico e quel pubblico così tifoso, così tremendamente vivo –ha scritto ancora Paolo - Non so se siano le gare così appassionanti o le feste nel prato ad aver permesso il pienone al circuito, ma qualunque sia il motivo noi ne siamo felici, nonostante qualcuno remi contro lo spettacolo. La direzione gara, una a caso, con il suo classico e opinabile modo di utilizzare due pesi due misure . Le loro decisioni assurde, mai prese allo stesso modo mi fanno anche pensare che guardino degli altri filmati anziché il VAR. Non mi spiego la penalità ingiusta data a Holgado per guida irresponsabile, la sua è stata una manovra di salvataggio per evitare il pilota davanti. Non mi spiego perché allora non punire anche Zurutuza? Che ha coinvolto Farioli. A mio parere sono due incidenti di gara non punibili, possono capitare. Ben lontani dalla guida irresponsabile di cui si parla e se davvero vogliamo considerarla tale allora stiamo tutti a casa a pelare le patate la prossima volta”.
Sulla doppia gara della Moto3
Il team di Moto3 che porta il nome del Sic ha fatto un notevole step in avanti già da Barcellona e Paolo Simoncelli, che di solito tende a vedere il bicchiere mezzo vuoto, questa volta è sembra soddisfatto nonostante tutto quello che è accaduto. “Nella prima partenza Lunetta era quarto – ha raccontato – poi ha avuto un momento un po’ così e s’è ritrovato quindicesimo. Farioli, invece, ci ha fatto prendere uno spavento enorme dopo l’incidente causato da Zurutuza. Abbiamo davvero temuto conseguenze disastrose. Nella partenza successiva le cose non sono andate male. Luca ha fatto una gara aggressiva ed ha finito in testa al gruppo degli inseguitori, non posso dire che sia stata una brutta gara però resta un po’ di amarezza per un podio agguantabile che non è stato, a cui non siamo riusciti nemmeno ad avvicinarci. Per Farioli, che aveva da scontare le due penalità non c’è stato nulla da fare. Lui è molto bravo, guida fortissimo, ma è giovane e si lascia un po’ abbattere dalle difficoltà invece di reagire. So che è un periodo difficile per lui perché nulla sembra incastrarsi bene, però ci sono passato anche io con Marco e la ruota gira, prima o poi deve girare. E’ come una barca, a volte il vento spinge troppo contro e non puoi fare niente se non rimanere a galla ma poi il cielo si apre, il mare si acquieta e allora è li che devi spingere. Siamo felici di averlo in squadra, oggi ci teniamo la mano per stare a galla ma quando il vento soffierà dalla parte giusta noi saremo pronti a remare al suo fianco ancora più forte.
Sulla MotoE e sul gran lavoro fatto anche fuori dalla pista
Paolo Simoncelli ha affidato al sito della sua squadra anche una riflessione su quanto sia cambiata nel tempo la MotoE. “In griglia – spiega - è schierata un’orda di ragazzi giovani e assetati di vittoria, vi basti pensare che ci sono dieci piloti in mezzo secondo. La Gara1 é stata interrotta per pioggia dopo neanche mezzo giro, ma che è bastato a Manfredi per distruggere la moto (per fortuna le batterie le paga la Dorna). In Gara2, mettendo a frutto la sua esperienza su questo tracciato, Roccoli ha messo a segno una gara esemplare mancando il podio di 5 millesimi. Apprezzo che Manfredi abbia corso nonostante una costola incrinata e il ginocchio malandato dovuto alla caduta.
Dulcis in fundo, sono orgoglioso del lavoro svolto dai ragazzi dell’ hospitality in questo week end di fuoco, hanno servito la bellezza di 208 ospiti nonchè 208 bocche da sfamare, suddivisi n quattro turni per pranzo più le cene. L’ hanno fatto sempre in maniera ospitale e soddisfare le richieste del pubblico tutto il giorno sempre con il sorriso non è cosa da poco, chi è del settore di certo lo capirà. Vorrei ringraziare anche gli sponsor, o meglio le loro mogli, perché mettendo un po’ di ordine qua e la, una mano una, una mano l’altra hanno reso più semplice il lavoro di tutti. Soprattutto quando mia figlia Martina si è sentita poco bene a Barcellona la loro carineria è stata tanto apprezzata.