C’è Max Verstappen sul primo gradino del podio del Circuit Gilles Villeneuve, casa della Formula 1 nel suo appuntamento canadese, con ancora il sudore addosso e un sorriso che trasparisce molta più soddisfazione rispetto al solito. Perché il pilota della Red Bull questa prima posizione se l'è dovuta sudare come poche altre e, soprattutto, dopo tanto tempo in cui il dominio della corsa era sempre il suo. In una pista che non vedeva affatto la RB20 a suo agio, anzi, ne metteva in difficoltà tutti i punti più deboli visti i cordoli che tanto danno fastidio alla sospensione anteriore della monoposto, Max Verstappen ha ricominciato comunque la sua poesia. Nonostante il primo allarme di affidabilità emerso durante le prove libere del venerdì, quando il tre volte campione del mondo è dovuto rientrare prematuramente ai box per un guasto ad una componente della sua power unit, la Red Bull è stata in grado di portare in pista la miglior monoposto possibile per l’olandese, che ha dimostrato di saper fare davvero la differenza al suo volante vista la poca competitività del suo compagno di squadra, ritirato dopo un testacoda che ha danneggiato tutta la parte posteriore della RB20 numero 11, sempre incastrato tra la tredicesima e la sedicesima posizione.
Era preoccupato all’inizio del weekend l’olandese, che ai microfoni dei giornalisti raccontava del timore nei confronti di McLaren e Ferrari, cresciute dopo gli aggiornamenti presentati nel corso di queste nove tappe trascorse, e della Mercedes, dopo il round di qualifica che ha assegnato la pole position a George Russell. E Max Verstappen già lasciava la pista con dell’amaro in bocca, perché il tempo fatto segnare dal britannico era esattamente uguale a quello portato al termine dall’olandese durante gli ultimi secondi disponibili della sessione. Una fame che lo ha sempre contraddistinto, che ha imparato a controllare soprattutto nelle ultime due stagioni, che lo hanno visto allenarsi come un marziano in delle gare dominate dal primissimo giro fino all’ultimo.
Delle occasioni che gli hanno permesso allora di farsi le ossa e di diventare semplicemente perfetto. In Canada Max Verstappen è stato il pilota più consistente e che ha commesso meno errori in delle condizioni davvero complicate. Certo, la strategia realizzata dal muretto della Red Bull lo hanno aiutato, con delle soste effettuate al momento giusto in entrambi i casi, sia nel cambio della prima gomma intermedia, sia nello switch agli pneumatici da asciutto, ma a Melbourne sono stati i piccoli passi compiuti da ogni pilota a fare la differenza. Una pista riasfaltata da poco, con pioggia mai stabile e una carreggiata non troppo larga dove è difficile battagliare, non era una sfida facile da affrontare, eppure ancora una volta il tre volte campione del mondo lo ha fatto sembrare estremamente semplice.
Perché il privilegio di Max Verstappen, quello che si è costruito chilometro dopo chilometro, è quello di essere diventato perfetto nel costruire ogni gara, mettendo insieme tutte quelle componenti che spesso vengono date per scontate per arrivare sempre là davanti. I punti raccolti lo fanno respirare un pochino nella classifica del mondiale, che vede ancora Charles Leclerc dietro di lui - ritirato per dei problemi al motore in Canada - e poi Lando Norris, con cui ha battagliato per la vittoria più di una volta in pista, ma di certezze questa volta l’olandese ne ha poche, perché c’è da risolvere qualche problema sulla RB20 e capire il grande punto interrogativo dell’affidabilità, che potrebbe vederlo penalizzato durante la stagione se il numero delle componenti utilizzate dovesse sforare il massimo autorizzato. Certo è che se prima qualcuno dubitava delle sue qualità, dopo questa gara non può dirgli niente: in Canada Max Verstappen si è meritato tutto quanto.