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Lando Norris è secondo ma non basta più: ecco perché in Canada la McLaren poteva vincere davvero

  • di Alice Cecchi Alice Cecchi

10 giugno 2024

Lando Norris è secondo ma non basta più: ecco perché in Canada la McLaren poteva vincere davvero
Dopo la vittoria di Miami Lando Norris è inarrestabile. Con lui, anche la McLaren, che sembra più unita che mai in un momento davvero importante a livello di campionato e di sviluppi. Anche in Canada la scuderia di Woking ha rischiato di vincere, tra la delusione di chi voleva di più e il sorriso di chi sa che il lavoro svolto è stato comunque vincente

di Alice Cecchi Alice Cecchi

C’è della delusione nel box della McLaren allo sventolare della bandiera a scacchi, nonostante Lando Norris si sia aggiudicato un brillante secondo posto nel Gran Premio del Canada e Oscar Piastri abbia battagliato al massimo per arrivarci anche lui. Al venerdì il team favorito sul Circuit Gilles Villeneuve era la Ferrari, o almeno secondo i rappresentanti e i piloti della Red Bull e della stessa McLaren. Ben presto però, si è capito quanto la rossa fosse in difficoltà e, invece, quanto a proprio agio fosse la scuderia di Andrea Stella, in forma sia durante le qualifiche, sia in tutte le fasi di gara. Infatti, dopo il successo di Miami di Lando Norris il team di Woking sembra inarrestabile, con un’unione che li fa presentare in griglia come la squadra più preparata ed equilibrata.

Infatti, anche se non è sempre al massimo della competitività, la McLaren è comunque la scuderia più bilanciata, che vanta il lavoro di due piloti pronti a lavorare in squadra, proprio come hanno fatto in Canada. Lando Norris è scattato dalla terza posizione in griglia, per recuperare poi sia Verstappen che Russell e guidare il ritmo della gara nei primi venti giri circa. Poi è arrivata la Safety car, per via di un incidente di Logan Sargeant, e i tre piloti dietro a Norris si sono fermati ai box immediatamente per cambiare le gomme, mentre il britannico ha effettuato un altro giro prima di rientrare. Secondo Norris è qui che il team gli ha fatto perdere ogni chance di vittoria: infatti, una volta rientrato Norris si è trovato il retrotreno di Max Verstappen davanti, con le gomme più calde e un vantaggio già importante. “Oggi avremmo dovuto vincere la gara e non lo abbiamo fatto” dice Norris, “Avevamo il passo e secondo me non abbiamo fatto un buon lavoro come squadra, non si tratta di fortuna o sfortuna”.

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Secondo Lando Norris infatti anche il secondo pit stop non è stato fatto al momento giusto - anch’esso ritardato di un giro rispetto ai suoi diretti rivali per la vittoria - e ciò non gli ha permesso nemmeno di provare a riprendere Verstappen, nonostante i tentativi incredibili del britannico di stargli il più vicino possibile, con traversi e correzioni continue. “Si è trattato di decisioni sbagliate, di colpa mia e della squadra, e dopo ne discuteremo sicuramente. Non ci possiamo accontentare di un secondo posto per il livello che abbiamo” continua Norris, che negli ultimi tempi ha dimostrato di avere quel qualcosa in più tanto cercato nelle stagioni precedenti che lo portano un passo più vicino alla strada per essere il perfetto campione. 

“Allo stesso tempo devo riconoscere che la gara è stata davvero difficile. Potevamo finire anche fuori dal podio, quindi va bene questo risultato” ha concluso il pilota della McLaren, che adesso pensa alla prossima tappa a Barcellona. Le condizioni della gara in Canada sono state davvero proibitive e, alla fine, a vincere è stato il pilota che ha compiuto meno errori: Lando Norris, secondo, non deve accontentarsi ma allo stesso tempo riconoscere che il lavoro svolto insieme a McLaren li sta portando davvero lontano. Lo stesso vale per Oscar Piastri, quarto alla linea del traguardo dopo una battaglia a suon di sportellate con George Russell per il terzo posto, magari deluso ma anche fiero delle prestazioni mostrate dalla propria vettura, non per forza a suo agio su questo circuito. Da qui in poi è tutta discesa per la squadra di Woking: se continua così, è in lotta aperta per il titolo.

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