Un successo che parte da lontano, quello della Ferrari ad Austin. Quando venerdì mattina, all’alba delle prime prove libere la Fia ha diramato la lista dei vari upgrade introdotti dalle squadre in occasione della tappa Texana, in tanti hanno gridato allo scandalo quando, arrivati al famoso “foglio” di Ferrari, l’unica nota presente era “no updated submitted for this weekend”. Gli upgrade in realtà c’erano, ed erano in parte gli stessi introdotti prima a Monza e poi a Singapore, così come una nuova specifica di ala, identica nella sua configurazione aerodinamica ma differente nei materiali di costruzione. Una Ferrari che, proprio in Texas, cercava conferme viste le ottime premesse degli ultimi GP, su cui però il “fattore circuito” poteva pesare più delle stesse migliorie. Conferme che sono poi arrivate, regalando alla squadra un uno-due che, dopo il trionfo di Monza, ripaga tutti gli sforzi messi in atto durante gli ultimi mesi.
"Non stiamo dichiarando nulla, ma questo non significa che non stiamo portando nulla. Dobbiamo essere chiari riguardo le novità riguardanti le forme esterne della monoposto", ha dichiarato Fred Vasseur al termine della gara in Texas, evidenziando come, a volte, il lavoro sulle vetture prosegua anche lontano dai riflettori, nonostante la quasi totalità degli addetti ai lavori o degli spettatori sia allo scuro di ciò. Una scelta vincente, legata a doppio alla filosofia predicata dallo stesso Vasseur nel corso di questi due anni a capo della scuderia: prima di introdurre aggiornamenti, cambi drastici o etichettare come sbagliato un progetto, c’è bisogno di comprenderne i punti deboli da un lato e quelli di forza dall’altro se l’obiettivo è quello di progredire. Austin ha confermato la bontà di questa filosofia, restituendo alla scuderia una gara dominata in termini di ritmo e addirittura qualche rimpianto visto il risultato ottenuto nella Sprint, forse al di sotto del vero potenziale della vettura.
Una doppietta che rilancia la rossa, ora più che mai, anche nella lotta per il titolo costruttori, riportandosi in scia a Mclaren e Red Bull, lontane rispettivamente 48 e 8 punti, nonostante però, come confermato dallo stesso team principal, dopo il sigillo ottenuto -il quarto stagionale- gli occhi debbano rimanere puntati prima di tutto al gran premio del Messico: "Il titolo? Bisogna stare calmi, mancano ancora 5 gare. È vero che ci sono tanti punti in palio da qui alla fine, per cui possiamo fare altri risultati importanti. Considerando che ci sono le Sprint, ci sono circa 200 punti in palio, forse anche di più. Questo significa che tutto è possibile, ma è importante concentrarsi sulla prossima gara". Ambizione e concentrazione, due fattori chiave se, di qui al termine della stagione, la Ferrari vorrà riconfermarsi al livello mostrato tra i curvoni del COTA e più in generale nelle ultime gare, dove ad esclusione di Singapore, quando a causa di una qualifica complicata in gara non ha tenuto il passo delle avversarie, è riuscita sempre a insediare la vetta o quantomeno a conquistare un posto sul podio, risultati necessari se davvero si vuol guardare al titolo costruttori.