Avevamo già parlato delle voci sul cambio del team principal alla gestione sportiva della Ferrari. Mattia Binotto era già stato messo in discussione alla fine di quest’estate, dopo dei risultati poco soddisfacenti agli occhi della direzione di Maranello. Ora il finale previsto si è concretizzato, con le dimissioni ufficiali di Binotto e l'addio alla rossa a fine 2022, e l'arrivo di un nuovo team principal. Poco male per Binotto, che si è trovato primo tra le preferenze di molte case automobilistiche, da Audi a Mercedes e Alpine. Dal 31 dicembre, ultimo giorno con il Cavallino, si aprirà sicuramente un nuovo e luminoso futuro dopo il periodo a Maranello. Il problema? A chi passerà un testimone difficile e su cui tutti avranno gli occhi puntati? Il candidato numero uno è sempre stato Frédéric Vasseur, ma la dirigenza Ferrari nutre ancora qualche dubbio.
Quello che ci si chiede è quindi quale sarà il destino della direzione della Ferrari: arriverà Vasseur? Si punterà a un grande ex di Maranello? Si tenterà di convincere un altro team principal come Horner o Wolff? Il giornalista Dieter Rencken ha proposto, tra i tanti nomi possibili, un nuovo papabile candidato durante la diretta di RacingNews365: «Signor Elkann, potrebbe fare molto peggio rispetto a chiamare Paul Hembery».
Secondo Rencken non c’è nessuno che abbia le competenze e l’expertise per mettersi alla guida sportiva della Ferrari, ma Hembery potrebbe essere la migliore delle alternative. «Un uomo di corse consumato, avvezzo alla politica italiana, che parla fluentemente l’italiano e che ha vissuto lì per anni prima di intraprendere una vita aziendale cosmopolita, che è conosciuto da tutti i principali attori del paddock, che comprende a fondo la politica della F1, che ha gestito un’azienda dai conti e dal budget di un certo livello e che, cosa fondamentale è disponibile immediatamente». Più che una sponsorizzazione, il nome di Hembery è stato gettato tra le braccia della casa automobilistica.
Paul Hembery ha in effetti molta esperienza in pista, soprattutto come volto di Pirelli fino al 2018, prima di Mario Isola. Nonostante si tratti di un volto poco conosciuto e non di un nome di bandiera, la Ferrari potrebbe guardare di buon occhio l’inglese. Classe 1966, accanto a una carriera in Pirelli e immerso nel mondo della F1, negli ultimi anni aveva fatto parlare di sé grazie anche alla ULU, la compagnia da lui fondata per la vendita di prodotti a base di cannabis. L’obiettivo? Aiutare le persone ad amarsi. E l’idea nacque proprio grazie agli anni passati in F1. È lui stesso a dire: «Quando si vede la Formula 1 dall'interno, che si svolge con 21 gare in tutto il mondo, e ogni frazione di secondo conta, si inizia a capire il tipo di pressione a cui sono sottoposti tutti coloro che ci circondano, anche se non lo danno necessariamente a vedere. Ma è anche un ambiente in cui c'è un sacco di pensiero positivo che può portare a risultati incredibili: basta guardare Lewis Hamilton. Ho quindi pensato che se ci fosse stato un modo per unire queste due cose - combattere lo stress con la positività - avremmo potuto davvero fare qualcosa». Che porti un po’ di serenità anche nella famiglia Ferrari?