Un fine settimana partito male e concluso anche peggio, al di là della quinta posizione di Charles Leclerc e della sesta di Lewis Hamilton. È una Ferrari che fatica sia dentro che fuori la pista, perché tra gli attacchi dei media e gli errori commessi sin dalle FP1 quello di Montreal è un fine settimana da dimenticare, forse persino più complicato da gestire rispetto alla doppia squalifica della Cina, perché in quel caso almeno c’erano stati i lampi di Lewis Hamilton del giorno prima a strappare qualche sorriso.

In Canada invece è quasi tutto nero, perché dopo le indiscrezioni sulla presunta crisi interna alla Scuderia il bilancio è negativo, nonostante una SF-25 meno lontana di quanto ci si aspettasse sia in qualifica che in gara. A fare la differenza però sono stati gli errori, come quello commesso da Charles Leclerc in Q3 che ha complicato e non poco la sua gara, costringendolo a partire dall’ottava casella della griglia. E a nulla sarebbe bastata la strategia su una sosta, almeno a sentire il team principal Frederic Vasseur: “Non credo che fosse la soluzione perché – ha spiegato a Sky Sport – se guardiamo i primi cinque, hanno fatto tutti due soste. Non era neanche sicura, vista la durata delle gomme medie, ma non credo che sia questo il tema del weekend… Abbiamo commesso troppi errori, abbiamo avuto troppi problemi, dalle FP1 con una sola macchina all’errore in qualifica, poi il problema in gara per Lewis. È stato troppo per un solo weekend”. Non fa sconti, ma non tutto è da cancellare: “Il passo non è lontano, il problema c’è quando non riusciamo a mettere tutto insieme, perché poi ti trovi nel traffico e perdi in gara. Ma onestamente non dobbiamo cambiare tutto”. In parte è vero, perché questa non è stata la peggior SF-25 vista sin qui, ma comunque lontana per potersi giocare la vittoria, come confermato invece qualche minuto dopo da Charles Leclerc, sempre a Sky: “Provo sempre a massimizzare quello che ho, ma la situazione è frustrante perché non abbiamo la macchina per vincere”.

Sempre analizzando il fine settimana però, il francese ha risposto - seppur indirettamente - anche a quanto affermato da Lewis Hamilton, che sempre a Sky aveva puntato l’attenzione sugli upgrade che anche a Montreal non sono arrivati, oltre a ribadire che, vista la situazione attuale, la cosa più importante sarebbe quella di concentrarsi sul futuro: “Arriveranno presto, ma non penso neanche che le novità tecniche siano il problema principale perché quando fai il record nel primo settore non è che la macchina non funziona o bisogna portare aggiornamenti” ha continuato. “Non penso che gli altri portino aggiornamenti ogni weekend e non è che se non li dichiariamo non li portiamo. La cosa più importante è concentrarci su di noi e fare un lavoro migliore per tutto il weekend. E non è quello che abbiamo fatto questa volta”.

È chiaro, anche se dopo dieci gran premi le domande intorno agli aggiornamenti iniziano ad essere giustificate. Ma non è tutto, perché a finire sotto i riflettori sono state soprattutto le indiscrezioni che hanno accolto la Scuderia a Montreal, tra crisi e possibili retroscena dopo le fatiche di Barcellona. Il team principal aveva spazzato via tutto già nel corso del Media Day, e al termine della gara ha fatto lo stesso, ammettendo però che il clima di tensione certamente non aiuta: “Non vorrei dover ripetere quello che ho già detto, ma non penso che il clima che abbiamo attorno al team possa aiutare le nostre prestazioni. Non siamo sotto pressione, ma c’è tensione. Quando sei in una battaglia serrata e ti trovi in queste condizioni, allora non riesci a dare il meglio”. Una tensione che coinvolge tutti, dal primo all’ultimo membro della squadra: “I piloti commettono più errori e noi commettiamo più errori. C’è bisogno di calma e serenità se vogliamo esprimerci al meglio. Quello è il mio obiettivo, però non è tutto nelle mie mani”. E sul finale non è mancata nemmeno una battuta sul sostegno ricevuto, seppur in silenzio, dai piani alti del Cavallino: “Questo non è un problema che esiste. La cosa più importante è che tutti siano legati e che spingano nella stessa direzione. Ma ancora di più abbiamo bisogno di serenità. Non voglio dover lottare con tutti, internamente o esternamente. La cosa più importante è lavorare in squadra. A volte perdiamo un po’ la concentrazione”.
