Nelle gare in Europa si perdono troppi soldi e il Mugello 2022 è stato l’errore degli errori. Carmelo Ezpeleta ci è andato giù pesante nell’intervista esclusiva concessa a Speedweek e in cui ha raccontato come cambierà la MotoGP nei prossimi anni. Il CEO di Dorna, come già riferito da MOW, non ha usato mezzi termini nel dire che le due ruote dovranno avvicinarsi sempre di più ai format già strutturati della Formula1 e in questo ore ha incassato anche l’endorsement di Randy Mamola. Il funambolico pilota americano, infatti, ha dichiarato che ormai è impossibile appassionarsi alla MotoGP se non si ama anche la Formula1. La rotta è tracciata e per le due massime competizioni motoristiche il futuro è quello della piena sinergia.
Una sinergia che potrebbe tradursi anche in meno gare in Europa, con Carmelo Ezpeleta che ha dichiarato: “Perdiamo troppi soldi correndo in Europa, dobbiamo chiarirlo ai team e alle fabbriche”. Parole nette e che non lasciano spazio a interpretazioni, con il CEO di Dorna che ha aggiunto: “L’ideale sarebbe aver un GP per ogni nazione”. Questo, tradotto in termini semplicistici, significa che il Mugello e il Marco Simoncelli World Circuit di Misano sono i primi circuiti a rischio. Perché la Spagna ha già dato perdendo Aragon e perché nei due gran premi che si corrono sul suolo italiano il successo in termini di pubblico è stato minimo. Con Ezpeleta che individua proprio nel GP d’Italia il più grosso fallimento del 2022: “E’ stato un errore enorme, lasciare che il Gp del Mugello si svolgesse nello stesso giorno della classica di Formula 1 a Montecarlo. Non vogliamo più uno scontro di date con la Formula1. Per questo abbiamo dovuto spostare il GP del Mugello al primo fine settimana di giugno e il GP di Catalogna a settembre. I desideri dei promotori devono essere presi in considerazione".
Un primo tentativo, quindi, per cercare di salvare il salvabile, ma è chiaro che se anche nel 2023 dovesse andare male, allora il Mugello potrebbe essere il primo dei circuiti cancellati dal calendario di Dorna. Anche perché i piloti non vogliono aggiungere ulteriori date e ci sono nazioni che garantirebbero introiti sicuramente superiori se riuscissero a “infilarsi” nel calendario. Ezpeleta, però, non fa cenno a quello che secondo molti è stato il reale problema dei gran premi che si sono svolti in Italia: i costi. Andando a spulciare le presenze di pubblico nei vari GP del 2022, infatti, ci si accorge che il maggior numero di biglietti venduti si è avuto in quei paesi in cui si è scelto di calmierare i prezzi. Il CEO di Dorna si è solo limitato a fornire una piccola rassicurazione, per altro in politichese, spiegando che la massiccia presenza di italiani nel paddock e l’apporto dato da marchi come Ducati e Aprilia, per adesso dovrebbero tenere abbastanza al sicuro i circuiti di Misano e Mugello. Ma poi ha aggiunto: “Vedremo, perché anche l’Arabia Saudita vuole un GP”. E contro la forza del denaro non c’è tradizione che tenga.