Nell'ultimo anno chiunque ha cercato il modo di rendere omaggio a Valentino Rossi. Pesaro gli ha fatto trovare un enorme casco nel centro della città (cosa che lui ha commentato con un “ho sempre sognato di avere un casco così grosso”), la televisione ha prodotto servizi, speciali e piccoli documentari, mentre gli articoli scendevamo a pioggia e lui continua ad essere, secondo Google, l'uomo più cercato dagli appassionati. Valentino Rossi è questo, larger than life per gli americani e GOAT per gli inglesi. Inarrivabile per gli altri perché quello che ha fatto non può essere ripetuto in numeri né, soprattutto, in termini di risonanza mediatica, perché è grazie a lui se uno sport sporco e casinista è diventato di tutti. Che poi, in estrema sintesi, è quello che ha detto lui su quella seggiolina in conferenza stampa a Spielberg, annunciando il ritiro dopo la pausa estiva mentre tutti i suoi uomini gli dicevano di continuare: “Sono felice di aver fatto appassionare tanta gente alle moto”.
Ora, per l’appunto, chi può lo premia. A Misano 2021 è stato incoronato da Di Maio "ambasciatore del Made In Italy", poi a Valencia è arrivato il titolo di MotoGP Legend - che però gli è stato “consegnato” al Mugello di quest’anno - mentre l’anno scorso è salito al Colle da Mattarella per un saluto. Oggi è stato il turno dei FIM Awards, tradizionale evento di fine anno in cui la Federazione premia i migliori di ogni categoria. Per Valentino è arrivato un nuovo premio alla carriera, rappresentato da un trofeo con su scritto “Grazie Vale” e accompagnato dalla standing ovation di tutta la sala. Lui si è goduto la serata e ha speso due parole per il pubblico: “Questa festa mi ricorda un sacco di bei momenti, perché se sei qui significa che hai vinto un mondiale, momento indimenticabile per ogni pilota. A Rimini si respira motociclismo da sempre, sono vicino casa ed è un piacere essere qui".
Rossi, che è un grande comunicatore, in una manciata di secondi ha lasciato intendere anche questo: valà che non l’avete organizzata in Qatar o chissà dove, perché sarebbe stato meno piacevole. Ecco, viene da sorridere pensando a uno dei collaboratori più stretti di Valentino che lo chiama un giovedì pomeriggio per dirgli che c’è da ritirare un altro premio. Lui risponderebbe dal divano con qualcosa del tipo: “Ma che premio è? Ancora? E dove sarebbe?”. La foto che vedete in apertura non la farà più, ma un pezzetto di quel ragazzo che ha fatto innamorare giovani indonesiani e nonne della provincia resterà sempre. Quel Valentino che scherza, punge, velocissimo in pista ma pure fuori, almeno quando c'è da dire la cosa giusta. Per il resto Vale è lento, rilassato, spesso in ritardo agli appuntamenti. E, anche se non ha più vent’anni, è probabile che gli impegni istituzionali continuino a non piacergli. Viaggiare, prepararsi e parlare con i giornalisti senza il gusto di aver guidato qualcosa prima dev’essere anche oggi quella che lui chiama una bega. Anche se per tutti gli altri sarebbe un enorme motivo d'orgoglio. Chissà qual è stato, tra tutti i premi alla carriera ricevuti nell’ultimo anno, il più godibile. Forse il più vicino a casa.