Cos’hanno in comune Flavio Briatore e Jannik Sinner? La residenza a Montecarlo di sicuro, i soldi anche. E poi… Diciamo non la reazione all’errore arbitrale che col senno di poi si può dire abbia in buona parte deciso la semifinale tra il campione italiano e il greco Stefanos Tsitsipas, che approfittando della (non) chiamata sciagurata di giudice di linea e arbitro di sedia (chiamata che sarebbe costata il doppio fallo e il 4-1 nel terzo e ultimo set per Sinner) e dei problemi fisici che di lì a breve hanno colpito il Rosso altoatesino si è guadagnato l’accesso alla finale contro Casper Ruud, che a sua volta ha sconfitto il grande favorito Novak Djokovic. Sinner dopo aver visto il segno inequivocabile sulla terra rossa del Rainier III ha avuto una reazione “stizzita” per il suo standard, ma, contrariamente a molti colleghi (vedi per esempio il mitologico Danil Medvedev) si è subito ricomposto, anche se da quel momento la situazione ha cominciato a sfaldarsi fino alla capitolazione per 4-6. Anche nel post partita Jannik ha confermato il proprio stile in questo senso molto poco italico: “Se la palla è fuori di così tanto – si è limitato a commentare Sinner – dovrebbe vederla l’arbitro. Ognuno fa errori. C’è da accettarlo, non si può fare altro”. Molto diversa l’analisi di Briatore.
“Un arbitro, una signora con la coda di cavallo e la testa come la coda – ha detto Flavio Briatore in un video pubblicato sulle sue storie Instagram (c'è da chiedersi se sarebbe cambiato qualcosa se il giudice di sedia fosse stato un maschio calvo) – non ha fatto altro che chiamare una palla dentro che in effetti era fuori di 15 centimetri. Si andava sul 5 a 2 (in realtà sul 4 a 1, ndr), per cui motivazione alta da parte di Sinner, motivazione bassa da parte dell’avversario. Invece poi sono subentrati anche i crampi, e così patatrac. Grazie alla signora con la coda di cavallo. Grazie a tutti. Bella partita comunque, bravo Sinner”, ha concluso l’imprenditore.