Flavio Briatore, ex team principal della Renault nonché manager di Fernando Alonso, ha analizzato con il Corriere della Sera l’inizio del mondiale di Formula 1. Non si è risparmiato su nulla, partendo dalla scelta di Alonso di andare in Aston Martin: “Abbiamo condiviso la decisione, ci siamo presi un rischio. Ma valeva la pena: ci offrivano due anni di contratto mentre altri, con la scusa dell’età, solo uno. Poi sapevamo che Lawrence Stroll stava mettendo in piedi una grande squadra. Lì dentro vedevamo la voglia di cambiare che non c’era per, esempio, all’Alpine”. In questo mondiale c’è un avversario che sembra imbattibile, la Red Bull: “Fernando ha una macchina facile da comprendere e da guidare. Se avrà l’occasione per vincere non se la farà sfuggire. Fernando ha portato entusiasmo e ambizioni mai visti prima, niente a che vedere con il periodo di Vettel. Servono anche quelli per battere Ferrari e Mercedes”.
Una Ferrari che nonostante il grande entusiasmo iniziale sembra essere già in crisi: “Succede spesso: intorno a Maranello c’è gente che parla durante l’inverno quando bisognerebbe fare un’analisi approfondita sul perché non si vince da più di 15 anni. Non basta cambiare un singolo. Servono personaggi di peso in squadra, ora non ci sono. Ricordo che hanno iniziato a vincere con continuità quando mi hanno portato via 10-12 persone dalla Benetton. Hanno fatto bene”. E sull’allontanamento di Mattia Binotto da Maranello: “Binotto aveva fatto un buon lavoro, l’anno scorso la Ferrari era competitiva. Però poi aveva accentrato troppe responsabilità su di sé e questo crea problemi”. Non poteva mancare un commento su Vasseur: “Lo conosco abbastanza bene: è un gran lavoratore, è uno serio. È appena arrivato e sta allenando una squadra con i giocatori che ha trovato. Diamogli tempo”. D'altronde il campionato è appena iniziato, tutto può ancora accadere.