Nessun degrado gomme in pista, quindi Verstappen non ha avuto dalla sua ciò che gli ha sempre consentito di essere più performante di Sergio Perez, che è un vero mago nella gestione degli pneumatici. Max Verstappen si è trovato in seconda posizione, con uno scarto di cinque secondi dal suo compagno di box, e non c’è stato modo di colmare il divario che è rimasto quasi immutato, con l’olandese che è riuscito ad arrivare a quattro secondi di distacco. Come ci è riuscito? Spingendo al massimo la sua RB19. Ai due non è rimasto poi che contendersi il giro veloce, l’unico che avrebbe potuto fare la differenza in classifica. All’ultimo giro Max Verstappen è riuscito a conquistarlo, uno smacco a Perez che ormai pensava che le ostilità fossero cessate. Richiesta data, seppur indirettamente, anche dal muretto Red Bull quando Verstappen ha chiesto di sapere il tempo da battere per raggiungere e di rimando ottenere il punto addizionale.
Durante la conferenza stampa Verstappen non ha mascherato la delusione per i risultati ottenuti a Jeddah: “Non sono qui per arrivare secondo, correre in rimonta è un’eventualità e non è quello il problema, sono contento di aver recuperato fino alla seconda posizione. Il problema è che quando il Mondiale diventa un discorso tra sole due macchine, bisogna assicurarsi che siano entrambe affidabili. All’interno del team c’è ovviamente un’atmosfera di felicità e soddisfazione, ma io non sono contento, soprattutto perché dopo aver lavorato intensamente in fabbrica per assicurarsi che tutto fosse perfetto una volta arrivati in pista mi sono trovato a dover rimontare”. Parole amare, che vanno a inserirsi in un quadro con al suo interno già diversi episodi di tensione tra Verstappen e Perez.