Sono le tre di notte in Italia, la MotoGP che è in Giappone scende in pista per le qualifiche. Dal primo turno passano Franco Morbidelli e Fabio Quartararo, che chiuderanno la Q2 rispettivamente in sesta e dodicesima posizione. Capita, in questi casi, di chiedersi cosa ti abbia persuaso a puntare la sveglia in piena notte per vedere le moto che corrono dall’altra parte del mondo, specialmente considerando che la televisione questa roba te la fa anche registrare. Ti dici che è il lavoro ma non è del tutto vero, un po’ come quando dici di fare dei sacrifici per la famiglia e invece li fai per te stesso: la verità è che la MotoGP di notte ti fa sentire parte di qualcosa anche più che di giorno, perché devi proprio volerlo. E poi di solito non tradisce le aspettative.
Succede così che i piloti della Q2 aspettano tutti assieme l’apertura della pitlane, spaventati da qualche goccia che potrebbe rendere sempre più difficile la caccia al tempo. Marquez e Bagnaia escono subito, ma quest’ultimo fatica e a metà turno decide di tornare ai box con quattro secondi di ritardo e l’ultimo tempo: se comincia a piovere davvero, Pecco ha buttato via il weekend. Lui però dice che la gomma posteriore è un disastro e che pare di guidare sul ghiaccio, la fa cambiare. Forse andava scaldata di più, forse no: sta di fatto che Bagnaia esce e comincia a picchiare duro sul cronometro. Chiuderà secondo a due decimi dalla pole position. Niente a che vedere con quello che riesce a fare Marc Marquez, impressionante ben oltre quelle condizioni di misto che piacciono a lui: al secondo giro del secondo run piazza un 1’44.136 sul cronometro che gli vale pole e record della pista. Un tempo impressionante anche per lo stesso Marquez, che si agita sulla moto e fa scorrere le endorfine.
Nel frattempo Jorge Martín lancia la moto nella ghiaia buttando di fatto la qualifica e complicandosi enormemente il weekend: partirà 11°, dalla quarta fila. E se è vero che ogni turno di questa MotoGP può incidere sulla classifica del mondiale, questo piazzamento può essere più determinante dello zero nella Sprint fatto segnare da Jorge a Mandalika. La caduta di Martín, incredibilmente, non penalizza Pedro Acosta, che passa poco dopo la scivolata dello spagnolo e chiude con 1’43.018, un secondo tempo di tutto rispetto per quello che, finora, sembra il weekend più riuscito da quello che domenica verrà incoronato Rookie of the Year per la terza volta in carriera.
Succede poi che il Giappone ci regala i quindici minuti più accesi dell’anno, così di cose continuano a succederne parecchie: il giro record di Marc Marquez viene annullato quando non c’è più tempo per provarne un altro per aver sfiorato il verde fuori dal cordolo di curva 4, così niente più record e niente più pole, che diventa invece un amarissimo nono posto.
Pedro Acosta, che invece il suo tempo l’ha portato a casa nonostante Martín gli fosse caduto davanti, diventa così il terzo polesitter più giovane della storia dopo lo stesso Marquez e Fabio Quartararo. Andando verso il parco chiuso dimostra tutta la sua attitudine da fuoriclasse mimando una clamorosa lucidata al manico (video sopra). Che sia giusto o meno - Marquez ha attivato i sensori del ‘verde’ ma non ci è passato sopra chiaramente - prima o poi una pole di Acosta sarebbe arrivata. Che sia successo proprio in Giappone, contro Marc Marquez e in questo modo ci lascia a un paio di riflessioni. La prima: Acosta è un fenomeno e, se facciamo i complimenti a Marc per come guida la Ducati GP23, dobbiamo farne anche di più a Pedro per quello che riesce a tirare fuori dalla moto che guida, perché sarà anche un buon circuito per la RC16, ma il livello tecnico è sicuramente un altro. Soprattutto però, questa pole position ci lascia intravedere quella che con tutte le probabilità sarà la rivalità più accesa del 2025. Perché Marc Marquez si giocherà il mondiale con Pecco Bagnaia, ma la fama da fenomeno in Spagna se la dovrà dividere con Acosta. Uno che he ha tutte le intenzioni di farci impazzire.