Gira che ti rigira si finisce sempre lì: al 2015, a Valentino Rossi e Marc Marquez, a quella rivalità scaduta che non si consumerà mai. E’ successo anche durante l’ultimo Duralavida, il podcast ideato da Jorge Lorenzo per sviscerare tutti i temi della MotoGP. Il cinque volte campione del mondo, questa volta, si è tenuto un po’ fuori dal dibattito, visto che è parte in causa e che quel famoso titolo del 2015 lo ha vinto proprio lui, ma ha lasciato che a commentare le parole affidate da Valentino Rossi a Andrea Migno fossero i suoi ospiti.
Chi è entrato a gamba tesa subito è stato il moderatore Josep Lluís Merlos, che c’è andato giù pesante: “Ho dubbi che le parole di Rossi servano davvero a togliere pressione ai suoi piloti. Denotano un certo nervosismo riguardo la possibilità che Marc Marquez possa avvicinarsi al numero di titoli che ha vinto Valentino Rossi”. Quasi un modo per dire che Valentino Rossi è tornato a parlare del 2015 da Andrea Migno per caricare ulteriormente i ragazzi della sua VR46 Riders Academy sul vedere Marc Marquez sempre e solo come il peggiore nemico. Una ricostruzione, quella di Merlos, che francamente ha poco di sportivo, con Rossi che ha solo ricordato i fatti, presentandoli, ovviamente, secondo quello che è stato il suo punto di vista.
Tanto che a ridimensionare l’interpretazione di Merlos ci ha pensato “il grande vecchio della MotoGP”, Ramon Forcada, che di sicuro non può essere annoverato tra i migliori amici del 46. “In verità – ha spiegato – è impossibile sapere cosa pensa Valentino e anche perché è tornato a parlare del 2015. Impossibile. Valentino Rossi è stato un manipolatore, nel senso buono del termine, per tutta la sua vita. Quando correva faceva la stessa cosa e non è stato l’unico. A alcuni piloti è andata bene e a altri meno bene. Lo ha fatto per tutta la vita. Ma alla fine è legale, non è vietato. Si può fare. Non si può dire nemmeno che abbia insultato Marc Marquez”. Un gioco a destabilizzare, quindi, secondo l’esperto tecnico spagnolo, con Forcada che, però, resta convinto che Rossi abbia solo risposto a delle domande.
“Per me c’è un po’ di tutto – ha proseguito – Ci sta che lui pensi che il nemico dei suoi allievi debba essere Marc: la spina del 2015 è ancora nella sua mente e gli costa. Magari pensa che la guerra psicologica possa funzionare ancora. Quanto al 2015, però, penso di poter dire la mia visto che c’ero e ho vissuto tutto da dentro: Valentino Rossi non ha scelto male il suo avversario, ma lo ha sottovalutato. Ha commesso un errore. Gli era sempre andata bene e con Marc Marquez gli è andata male. Non apprezzava chi fosse Marc Márquez, soprattutto in quel momento, e lì, per me, è stato l’errore”.