“Ero in pieno rettilineo a circa 300 km/h e mi è arrivata una sassata. Credo fosse il settimo giro”. Sono le parole di Alex Rins dopo l’ennesima domenica da dimenticare per il pilota della Yamaha che in Qatar ha pure vissuto un’altra di quelle esperienze di cui si farebbe volentieri a meno. Lo spagnolo l’ha raccontato a Manuel Pecino, spiegando di aver sentito come un proiettile arrivargli addosso e di aver per un attimo perso totalmente il controllo della moto. “E’ stato un dolore impressionante – ha detto – sono finito fuori e non nascondo che per un attimo ho seriamente pensato di tornarmene al box perché il mio braccio si è intorpidito e è stato difficilissimo mantenere la calma”.
Una calma che, al di là dell’episodio sfortunato, è difficile da mantenere a prescindere quando si guida una Yamaha M1, con Alex Rins che, contrariamente ai soliti toni pacati di sempre, dopo il GP del Qatar appare più nervoso e sconfortato. “Non possono esserci pretese quando non c’è niente – ha detto – io pretendo molto da me stesso, ma la verità è che se abbiamo un pilota davanti riusciamo a superarlo solo se commette un errore. Non c’è margine per fare nulla”. Parole durissime che fanno il paio con quelle del suo compagno di squadra, Fabio Quartararo, che però riesce a ottenere qual cosina in più guidando sopra i problemi della M1. Per Rins, invece, le soddisfazioni sembrano lontanissime.

“Durante il GP – ha raccontato ancora – c’è stato un momento in cui avevo Ai Ogura davanti a me e lui in quel momento aveva un ritmo decisamente più lento del mio. Eppure non riuscivo a superarlo. Ho provato a sorpassarlo all'esterno, alla curva undici. Ho fatto le successive quattro curve, ma poi è arrivato il rettilineo e mi ha sfilato come un proiettile. E’ destabilizzante. Sempre domenica, nella gara lunga, a un certo punto avevo un pilota all’interno e uno all’esterno e li ho visti arrivarmi davanti prima ancora di frenare. Io sono qui perché voglio vincere e voglio migliorare, ma così è tutto davvero molto difficile”.

Una crisi, quella da cui la Yamaha non sembra in grado di uscire, che potrebbe però finire con l’arrivo della MotoGP in Europa, su circuiti dove potenza e velocità di punta contano un pochino di meno. Ma Rins anche su questo sembra avere i suoi dubbi: “A parte il motore, usciamo troppo lentamente dalle curve rispetto a tutti gli altri e questo può costarci caro su circuiti anche stretti tipo Jerez. Gli altri, avendo più grip di noi, accelerano e riescono a fare traiettorie più strette. Ad esempio: alla curva 4 a Jerez, temo che noi andremo larghi e che gli altri invece riescano a stare più interni di un metro e mezzo circa. Ci è successo già qui in Qatar di finire quasi sul verde con le Yamaha uscendo da alcune curve su cui altri, invece, non avevano questo tipo di problema”.
