È sabato sera, Pietro Bagnaia fuma nervosamente una sigaretta seduto al buio tra i camion. Ci salutiamo con un leggero cenno della testa, lui entra nel box dove probabilmente suo figlio sta lavorando coi meccanici. Chiediamo a Guido Meda se sta preparando qualche parola da dire all’ultimo giro e lui risponde con un no secco, lasciando da parte per un attimo il tono giocoso che tiene di solito. “No, no, no. Non lo faccio mai”. Meglio, perché avrebbe dovuto scrivere un discorso di mezz’ora.
Domenica mattina Domizia cammina svelta per il paddock, elettrica. In Pramac mangiano leggero, c’è anche la nonna di Jorge Martín. Ci credono ma sentono di avere la storia contro. Al sesto giro Francesco Bagnaia è campione del mondo MotoGP 2023. È il suo terzo titolo in carriera. È il terzo pilota dell’era moderna, dopo Valentino Rossi e Marc Marquez, a ripetersi. È il primo a farlo col numero uno, il primo a farlo due volte con una Ducati. È il primo.
A Valencia una vittoria col casco di Vale nel 2021 e due titoli mondiali, per l’appunto di fila. Qui ha vinto in qualifica, quando ha picchiato sul record della pista in Q1 per poi prendersi la prima fila in Q2, che si è trasformata in pole position la domenica mattina dopo una penalizzazione inflitta a Maverick Viñales. Bagnaia l’ha vinto da solo questo titolo, facendo perdere la testa a un Jorge Martin che ha fretta, sempre troppa.
Pecco ti massacra, perché ti lascia credere di avere qualcosa in più di lui: è la moto, la squadra, la fortuna. E invece è Francesco Bagnaia che è lì in pista sempre davanti, costante, più forte della pressione e di un mondo che un giorno ti celebra e quello dopo ti lancia in un pozzo. Velocissimo, anche se quest’anno la Ducati è una moto più democratica. Agli altri così cade il mondo addosso: per la gente è tutto normale, ma i piloti vedono i dati, lo capiscono, lo soffrono. In due mondiali di fila non c’è la fortuna ad aiutare.
Il punto è che ogni anno diventa più dura, perché gli avversari crescono e le probabilità non giocano mai troppo a tuo favore, eppure dopo il dominio di Valentino Rossi e quello di Marc Marquez stiamo assistendo a una nuova era della MotoGP: un’era fatta di ali, tecnologia e abbassatori, ma anche - da quest’anno - di due gare a Gran Premio e ritmi disumani. È il momento della Ducati, vero, ma finché a vincere è solo Francesco Bagnaia questa è la sua era.
Si fa un gran parlare degli ultimi due anni della MotoGP, gli ultimi due mondiali di Francesco: quale sia stato il migliore, quale abbia il valore più grande. Quale sia stato il più duro da portare a casa. Oggi Pecco festeggia, ma col tempo si renderà conto che non c’è paragone. Quest’anno ha dominato per metà stagione, fino a Barcellona, poi ha sofferto, anche di testa, per quella che è stata niente meno che un’esperienza premorte. Ecco, dopo aver dominato in pista ha dominato su sé stesso. Sulle sue incertezze, le sue difficoltà. Sugli sbagli anche. Francesco ha dimostrato di essere più grande della paura, lui dice di aver avuto “problemi di cui non vi ho neanche parlato”, ma anche di questo non si è parlato abbastanza.
Francesco Bagnaia è campione del mondo della MotoGP 2023. E di questo si parlerà a lungo.