Franco Morbidelli ha ritrovato sé stesso dopo le due gare difficili in Qatar, chiudendo con un buon quarto posto dopo essere partito dalla 5° casella in griglia. Una buona notizia se consideriamo che, sui 25 giri, è stato più lento di appena 78 millesimi rispetto all’anno scorso. Il che significa che Franco è riuscito a portare al limite la sua M1 sia nel 2020 che nel 2021, anche se i distacchi (e gli avversari) sono diversi. Perché se a novembre aveva chiuso a 3.3 secondi da un’imprendibile Miguel Oliveira dopo una bella lotta con Jack Miller, al GP del Portogallo della settimana scorsa è arrivato a 5.5 secondi di Fabio Quartararo.
Eccola, la grandezza di Franco: vedere sempre il bicchiere mezzo pieno sapendo di essere competitivo, veloce e di aver dato tutto. “Sono sicuramente una persona che ama la vita che fa - ha raccontato Franco alla Gazzetta dello Sport - Ho avuto la grande fortuna di trasformare la passione in lavoro, ed è questa consapevolezza che mi permette di avere una visione positiva della vita”. Anche se il divario tecnico tra la sua M1 e quella degli altri piloti Yamaha continua ad aumentare quindi, Morbidelli rimane calmo, ben conscio che i suoi risultati vanno oltre ai numeri.
Franco, in una lunga intervista ai microfoni del podcast britannico The Race, ha spiegato che "Il pacchetto è lo stesso dell’anno scorso e siamo riusciti a replicare una buona prestazione, questo è un aspetto positivo per noi. Il mio tempo di gara è incredibilmente simile allo scorso anno, il che è positivo considerando la posizione in griglia, un inizio difficile della gara e l’assenza di pista libera davanti a me. Adesso è più difficile fare la differenza, perché abbiamo lo stesso pacchetto di sempre e gli altri ragazzi hanno migliorato i loro problemi rispetto al 2020. Quindi, se il 2020 è stato faticoso ma possibile stare con i ragazzi che avevano la moto dell'anno in corso, quest'anno è ancora più difficile, anche se non impossibile".
Le differenze con la moto ufficiale però sono notevoli, sia in termini di grip meccanico che di velocità di punta: “Mi sembra che le moto ufficiali facciano lavorare meglio le gomme ed che siano più veloci in rettilineo. A Portimao ho faticato in qualifica ma avevo un ottimo ritmo di gara, però il problema è che non potevo mai aumentare quel ritmo come hanno potuto fare le altre case e le altre Yamaha, soprattutto Fabio”.
Poi spiega che l’obiettivo per il 2022 è avere una moto ufficiale, a prescindere dalla squadra: “È quello di cui avrei bisogno. Poi a vedere il regolamento un pilota satellite può lottare per il campionato... Certo che ha ancora più possibilità se la sua moto ha specifiche recenti! Comunque al momento corro per Petronas SRT Yamaha e sono concentrato su questa squadra. Non so ancora come farò in futuro", ha dichiarato Morbidelli.
Non è un mistero che la VR46 potrebbe, in futuro, lanciare un proprio team in MotoGP, anche se attualmente manca un main sponsor in grado da coprire una parte sostanziale dei costi. Ad ogni modo, Franco ha spiegato che: “Correre per un futuro Team VR46 potrebbe essere una buona cosa, ma penso che la VR46 dovrebbe mirare a far crescere i giovani talenti dell’Academy. Ho passato già quattro anni in MotoGP e, sì, sono giovane, ma non sono così giovane! Quindi non credo di essere l’uomo giusto per un eventuale Team VR46 Riders Academy". Parlando dell’inizio di stagione di Valentino Rossi, l’italo-brasiliano è stato molto chiaro: "Se Vale è in grado di mettere in pista quello che sa fare, sono sicuro che sarà in grado di lottare per la vittoria”.
Infine, partendo dal fatto che Maverick Vinales ha cancellato il suo account Twitter per gli insulti ricevuti in seguito alla brutta gara del Qatar, Morbidelli ha dichiarato che “Quando hai un grande seguito di sicuro a un certo punto finisci scontrandoti col fatto che alcune persone penseranno cose buone su di te, altre penseranno cose cattive. È così che va la vita. A volte chi scrive queste cose lo fa in maniera avventata, anche dura. E alcune persone potrebbero trovarsi ferite da commenti del genere. Penso che sia abbastanza normale, in questo mondo, avere degli haters. E non possiamo cambiare quello che pensano, ma forse loro potrebbero cambiare un po’ il modo con cui dicono certe cose. Perché guardiamo ad un pilota della MotoGP come ad un grande personaggio, dimenticando che siamo solo persone. Normali essere umani che possono soffrire leggendo tante cattiverie".