Mattia Pasini ha rinunciato a commentare il GP del Portogallo a fianco di Rosario Triolo per un debutto di fuoco sulle quattro ruote. Il pilota romagnolo ha infatti corso nel primo appuntamento dell’European Le Mans Series a bordo di una LMP3, dimostrandosi subito velocissimo.Lo abbiamo contattato per farci raccontare il suo weekend da pilota e quello che, nel frattempo, è successo in Portogallo, dalla vittoria di Pedro Acosta in Moto3 ai problemi al braccio di Marc Marquez.
Hai corso la prima gara dell’European Le Mans Series al Montmelò guidando una LMP3… come è andata?
“Bellissimo. È stato il mio esordio nel mondo delle quattro ruote per capire se in futuro potrò fare una seconda carriera. Mi piacerebbe, è un bel campionato e se dovessi guidare le macchine vorrei correre nell’endurance e quello è il campionato per eccellenza”.
Beh, hai girato forte… Da 12° a 2°?
“Alla fine siamo arrivati ottavi, perché purtroppo nell’ultimo pet-stop ci sono stati dei problemi con il cambio pilota. Però diciamo che nei miei due stint sono andato molto forte. Partivamo dalla 12° casella, lì la qualifica è di 10 minuti ed era la mia prima esperienza. Poi nel mio giro buono, con cui sarei potuto partire quinto o sesto, purtroppo mi sono girato all’ultima variante mentre ero sotto di quattro decimi… È andata così!”
Nel parcheggio?
“Si, quella (ride)! Che però con la macchina è più bella da fare rispetto alla moto. Ma gli ultimi due curvoni sono sempre gli ultimi due curvoni, belIi! Però dai, partendo 12° in due ore di gara l’ho portata al secondo posto con 30 secondi di vantaggio sul terzo. E i miei compagni non sono andati male, abbiamo avuto anche un po’ di sfortuna. Però queste sono le corse e in fin dei conti è stato il mio esordio”.
Correrai ancora? in programma ci sono altre 5 gare.
“Vediamo, perché comunque la priorità rimane essere pronti per salire in moto. Se capita l’occasione la priorità è quella. Ma stando a casa potrei pensare di fare anche le altre”.
Avrai anche tenuto d'occhio Rosario Triolo in cabina...
“Certo, ho riguardato le gare a casa! sono state delle belle per tutte e tre le classi.”
Pedro Acosta in Moto3 ha fatto paura.
“Si, è veramente un giovane di quelli speciali. Mi piace molto, anche l’atteggiamento che ha in pista. È uno fuori dagli schemi moderni della Moto3, in cui comunque tutti cercano la scia anche nel metodo di lavoro tra il venerdì e il sabato, tendono sempre a fare strategie su strategie. Invece mi è sembrato di vedere che lui è uno di quelli che entra in pista a testa bassa e dà il gas. E alla fine è sempre il metodo che paga di più”.
Avrai anche seguito il rientro di Marquez. Forse sei tra i pochi che sanno davvero cosa significa correre con un braccio che non risponde come vorresti. Che idea ti sei fatto?
“Onestamente l’ho visto molto bene venerdì mattina, poi mi è sembrato andare progressivamente in crisi fisica per tutto il weekend, penso che già dal sabato era molto affaticato, il braccio gli ha dato dei bei problemi. Marquez rimane sempre forte, bisognerà vedere quanto ci metterà a tornare in forma fisicamente e se riuscirà a mettersi a posto con il braccio. Un conto sono io, che mi sono fatto male a 13 anni e ho sempre impostato la mia carriera, i miei allenamenti e la mia abitudine a guidare la moto in queste condizioni. Tutt’altra cosa è doversi reinventare dopo aver vinto 8 mondiali”.
Marc ha dichiarato che se avesse spinto in gara si sarebbe dovuto ritirare dopo tre giri.
“Secondo me ancora non è a posto fisicamente col braccio. La MotoGP di oggi è molto faticosa, devi essere preparato e davvero molto a posto. Si è visto il crollo fisico dell’infortunio e il non aver corso per 9 mesi, bisognerà capire se questa cosa si risolverà o se è un limite dell’infortunio con cui dovrà fare i conti. Questa secondo me è la vera domanda che dovremmo farci”.
A Portimaõ abbiamo visto anche uno straordinario Pecco Bagnaia, pensi che possa giocarsi il mondiale?
“Pecco è molto forte, mi è dispiaciuto che gli abbiano tolto la pole position in quel modo perché sarebbe partito davanti e credo che avrebbe potuto giocarsela con Quartararo. È uno forte, che sa come si vince un mondiale. L’ha vinto in Moto2 che è una categoria che conosco bene, veramente estrema. Diversa dalla MotoGP, ma comunque difficile. Anche perché i team fanno sempre più la differenza, le moto tutte uguali alla fine non sono così uguali. Ci sono tanti piccoli particolari tra chi ha più budget e chi ne ha meno. C’è chi corre con la moto dell’anno prima e chi ha un’assistenza ufficiale. Essere in un team che sta bene economicamente può fare la differenza”.
Che idea ti sei fatto dei problemi di Valentino Rossi? È impossibile pensare che di colpo non sappia più andare forte.
“Per come lo vedo in pista penso che tecnicamente non sia a posto. Fa molta fatica a guidare, è un po’ innaturale sulla moto, parte sempre da lontano… Secondo me accusa questo. Con la MotoGP di oggi se non sei a posto è veramente dura eccellere. Il livello è altissimo e vanno tutti forte. Io credo che Vale sia ancora in forma e che il problema non sia l’età, dovrebbero riuscire a metterlo a proprio agio sulla moto, perché poi lui è uno capace di andare forte. Spero che esca il prima possibile da questa situazione, perché vederlo lì dietro è un peccato”.