Non ci sarà Dani Pedrosa, perché KTM ha già fatto sapere che non schiererà una terza moto in pista prima della seconda metà della stagione, non ci sarà Andrea Dovizioso, perché l’eventuale accordo con Aprilia è ancora in fase embrionale, ma si rivedranno due “vecchie” (si fa per dire) conoscenze della MotoGP all’Angel Nieto Circuit, il prossimo 2 maggio, per il GP di Spagna.
Ducati e Pramac, infatti, hanno annunciato che Tito Rabat sarà il sostituto dell’infortunato Jorge Martin, con l’ex Avintia che torna in sella ad una MotoGP dopo il burrascoso addio della stagione scorsa e il maldigerito passaggio in Superbike, mentre da Honda si attende l’annuncio ufficiale della partecipazione di Stefan Bradl. Ma, fermi tutti, non dovrà sostituire nessuno. HRC, infatti, aveva già in programma di schierare a Jerez una wildcard e, chiaramente, il nome già scritto era quello del collaudatore tedesco che per tutta la passata stagione e per i primi due GP del mondiale 2021 ha avuto l’arduo compito di non far sfigurare (più di troppo) la RC213V di Marc Marquez.
Che Bradl sarà della partita a Jerez (dopo aver vestito i panni del commentatore per ServusTV in Portogallo) non è stato ancora formalizzato, ma stando alla stampa spagnola manca solo l’ufficialità. Dovrebbe essere anche l’occasione per un confronto diretto e sul campo tra la messa appunto utilizzata a Losail dal collaudatore tedesco della Honda e quella voluta poi da Marc Marquez dopo i primi giri con la RC213V sul circuito di Portimao.
Lo stesso Marquez, infatti, ha affermato che ci sono ancora “punti oscuri” su questa Honda: “C'è qualcosa in questa moto che non riesco a vedere chiaramente – ha detto l’otto volte campione del mondo in una recente intervista a Mundo Deportivo - Ci sono state diverse cadute con questa moto a cui non riusciamo a dare una spiegazione”. In effetti, in tre soli fine settimane di gara, i piloti del team ufficiale e quelli del team satellite hanno accarezzato l’asfalto per ben undici volte.