Sabato sera, dopo l’incidente che gli è costata un’onesta sfuriata e un long lap penalty per la gara della domenica di Jerez, Franco Morbidelli ha postato una storia su Instagram, cosa addirittura meno probabile di una Yamaha imbattibile sul rettilineo. È una foto di Ayrton Senna, niente di meno, così quando torna a scambiare due parole dopo la corsa - in cui stavolta il long lap penalty è toccato a Fabio Quartararo - gli chiediamo subito di quello, della foto: “Mi è servito tantissimo a mantenere la calma, a cercare un momento di pace”, ci risponde. Franco è partito 14°, ha scontato il suo long lap ed ha chiuso in 11° una gara caratterizzata (per la seconda volta consecutiva) da una ripartenza.
Poi comincia a parlare degli incidenti, che a prescindere dalla durata della gara sembrano frutto dello stesso caos in partenza: “Secondo me tra le cause di tutti questi incidenti ci sono le gomme”, spiega Franco. “La tua gara dipende molto dalle posizioni che riuscirai a guadagnare, dalla posizione in cui sarai alla fine dei primi due giri quindi tutti cercano di guadagnare più posizioni possibili nei primi due giri. Dopo i primi due la temperatura delle gomme sale e non si può fare più niente. Devi solo cercare di raffreddare il più possibile la gomma e cercare di rimanere in piedi. È un rebus al quale sei sottoposto per tutta la gara, a meno che tu sia primo o secondo”.
Di soluzioni semplici tuttavia secondo Franco non ce ne sono: “Siamo in un’era della MotoGP in cui le moto vanno fortissimo, c’è una tecnologia elevatissima e anche le gomme hanno una grandissima performance. Secondo me il punto debole, adesso, sono le gomme, specialmente la gomma davanti quando è caldo. In quella situazione tutti cercano di guadagnare posizioni all’inizio. Credo che nelle gare fredde e in piste toste non vedremo i piloti fare così i matti nei primi giri. Ad Austin c’è stato ‘solo’ un incidente, perché in quei casi fai meno follie”. Di gare fredde probabilmente ne vedremo qualcuna tra poco, potranno esserlo Assen e Sachsenring e forse anche Le Mans, dove - tra le altre cose - i piloti si riuniranno in Safety Commission per un confronto con la Direzione Gara. Morbidelli a questo proposito racconta così la penalità: “È stato molto buffo, sarebbe molto interessante che ci spiegassero le cose. Non sono riusciti a spiegarlo a me direttamente, io ho chiesto spiegazioni ma non ho capito il loro pensiero, quello che ha reso la mia manovra… come hanno detto? ah, ambiziosa. Non voglio dire quello che penso, vorrei però che la Safety Commission si spiegasse con i giornalisti. Non possono? perché? ci sono sport in cui l’arbitro va alla televisione e spiega i motivi della sanzione a tutti. Qui non parlano, ti chiamano nell’ufficio quello che vogliono dirti e basta, lo prendi e te ne vai. C’è tanto da migliorare”.
Poi continua e affonda, scegliendo bene le parole con il fuoco negli occhi e la voce che resta calma: “Siamo tutti al limite, tirati. Ma perché non parlano? La FIM ci tiene veramente all’oscuro di tante cose e non c’è dialogo con i media, con i piloti, con nessuno. Spesso e volentieri ognuno ha le sue idee. È facile penalizzare uno che va piano durante le prove, invece in cose più serie e complicate non siamo sulla stessa pagina noi e loro. Andiamo alla FIM solo per farci bastonare per cose che non capiamo”.