Se un altro pilota cade tu non ti fermi. Non lo devi fare mai, nemmeno se dovesse trattarsi di un amico, un figlio, un fratello. In pista ci sono i marshall che lo fanno di mestiere e, soprattutto, rischieresti di mettere seriamente in pericolo altri piloti. Questa è una delle prime regole che ti insegnano quando entri in un qualsiasi circuito con l’intenzione di correrci. E questa regola i piloti la conoscono bene, anzi benissimo. Marc Marquez ne ha parlato anche quest'anno al Sachsenring, quando si è scontrato con Johann Zarco durante le libere. Ecco perché fa specie sapere che i fratelli Marquez, a Portimão, si sono fermati per soccorrere Franco Morbidelli.
Siamo al secondo giorno di test sul tracciato dell’Algarve, da una parte ci sono i piloti della Superbike, dall’altra quelli della VR46 Rider’s Academy, Enea Bastianini e i fratelli Marquez con la Ducati Panigale V4. Franco Morbidelli perde la moto tra curva 8 e curva 9, un tratto molto veloce che punta a sinistra e porta alla salita che anticipa le curve 10 e 11. Da alcune ricostruzioni pare che Franco si trovasse a faccia in giù, forse privo di sensi.
La cosa dura qualche attimo, perché Morbidelli viene portato al centro medico dove non si identificano particolare complicazioni. Il punto però è un altro: cos’hanno visto i fratelli Marquez, in quella caduta, di così violento da convincersi a uscire di pista, parcheggiare la moto e soccorrere Franco? Marc Marquez non è certo l'uomo che si impressiona quando vede la moto volare, ne tantomeno un fuoriclasse di altruismo. La caduta dev'essere stata così brutta e pericolosa da sembrare fatale anche a uno che di cose simili ne ha viste tante.
Fa specie che le cose siano andate così perché in un attimo ti ricordi che la rivalità è parte del gioco, ma che in gioco davvero c'è la vita. Sembra di vederli, i Marquez da una parte e il gruppo della VR46 dall'altra, a percularsi nei rispettivi garage prima di entrare in pista. Quelli di Tavullia a dire che Marc non ha montato il trasponder perché non ha le palle per farlo. Lui, dall’altra, spiega al fratello che un mondiale i piloti italiani non lo vinceranno più per un bel po’. Dev’essere stato, per tutti, uno stimolo in più per andare forte, sentire la tensione in quella che, da programma, avrebbe dovuto essere solo una giornata per sciogliersi, tornando in moto nell’ultima settimana prima dei test della Malesia. È una tensione che serve però e i piloti la cercano costantemente.
Poi succede quello che non ti aspetti e tutto scompare, tanto per Marc Marquez - fermo a soccorrere un altro pilota - quanto per gli uomini della VR46, che probabilmente si sono trovati per la prima volta in vita loro a ringraziare il Dio delle corse per aver messo al mondo quello spagnolo lì, a cui piace andare forte e fare la guerra agli altri. Dev'essere stato per tutti un bel momento. Di quelli che pareva, causa telecamere, non avremmo visto più.