La gara di sci è finita da meno di un’ora, Francesco Bagnaia si è seduto sulla sua Desmosedici, rossa come l’ha voluta Aldo Drudi, per qualche foto con le montagne di Madonna Di Campiglio alle spalle, durante la presentazione di Campioni in Pista, l'evento Ducati giunto al suo secondo anno per celebrare i titoli vinti a Borgo Panigale. Pecco non è così semplice da intervistare, almeno rispetto ai suoi colleghi. Succede così quando hai un successo enorme e prendi quel posto che era stato di Valentino Rossi e sei, nello spirito, radicalmente diverso da lui. Nessuno, mentre Jannik Sinner vince il primo Australian Open per un italiano dai tempi di Adriano Panatta - quasi cinquant'anni fa -, ha detto che il ragazzo dovrebbe sciogliersi un po’, scherzare, lasciarsi andare. Lo dicono di Bagnaia perché il pubblico è abituato a incasellare le persone in compartimenti stagni: se corri in moto, da te vogliono l’accento romagnolo e un animale sul casco, mentre se giochi a tennis quella punta di regalità va benissimo.
Eppure, sembrerà un cliché, se hai la fortuna di passarci dieci minuti assieme vedi di più, più a fondo. È divertente Bagnaia, anche altruista in un modo che sarebbe stato difficile immaginare per uno sportivo che ha lavorato sul proprio ego dalla terza elementare. Francesco dice che per lui il 2024 è l’anno della verità, ma è molto di più: battere un fenomeno come Marc Marquez sulla Ducati è la benzina che serve a ogni atleta per progredire, per guardare al futuro come fanno i bambini. Per crescere serve averne la voglia e lui, così, è riuscito a trovarla, al punto che la potrà addirittura usare come un’arma per entrare di diritto in quel piccolo spazio riservato a chi ha dominato un’era. Questa è la merce sul piatto, questa la sfida. Quella che segue, invece, è la chiacchierata che abbiamo fatto dopo avergli raccontato che tornare a casa senza un’intervista ci avrebbe procurato diversi problemi. Al che lui ha sorriso ed è tornato sulla moto per rispondere a qualche domanda.
Siamo a Madonna di Campiglio per il secondo anno di fila. Il che, per buona parte, è merito tuo: hai riportato nel motomondiale una tradizione che esiste soltanto qui.
“Io penso che sia un qualcosa di diverso, passare due giorni in questo modo qua è molto bello. Sicuramente la giornata dedicata alla presentazione è stata un po’ più pesante, questa che abbiamo passato a sciare invece, con tanto di garetta tutti assieme, è stata veramente bella. Una giornata stupenda, mi piacerebbe che diventasse un po’ una tradizione”.
In buona parte dipende da te.
“Ci si prova (ride)”.
In conferenza stampa hai parlato di anno della verità: la sensazione è che, ora che Marc Marquez guiderà una Ducati, avrai quella motivazione fondamentale per superare nuovi limiti.
“Al momento non posso dire troppo perché vieni comunque attaccato, sono dei tasti che non si possono toccare. Però vedremo, sarà interessante. Come sempre ci aspetta una stagione diversa, ci son tanti avversari e tante moto veloci, sarà bello”.
Vi aspettano 44 gare, hai detto di volerle vincere tutte.
“Magari. Sarà una stagione lunga, abbiamo visto come l’anno scorso ci siano stati alti e bassi da parte di molti piloti, quindi è fondamentale riuscire ad essere costanti sempre”.
Nel 2024 la MotoGP presenterà due nuove regole piuttosto importanti: una sulle pressioni degli pneumatici, che prevede la squalifica, e un'altra sulle concessioni a chi ha vinto poco lo scorso anno. Come la vedi?
“Per Michelin non si ha voce in capitolo, quindi non perdo neanche tempo a pensarci. Poi certo, se vuoi dare le concessioni agli altri non ha senso togliere qualcosa a noi. Mi sembra una cosa un po’ stupida, però…”
Quanto ti senti cambiato in questi due anni?
“Mi sento di avere più consapevolezza forse, di essere capace di affrontare tante situazioni, quindi mi sento bene. Però nella vita privata no, sono sempre il Pecco innamorato della Dudi (Domizia Castagnini, ndr.) che prepara il matrimonio”.
Pensi mai ai ragazzi della tua età? Se di mestiere non facessi il campione del mondo della MotoGP, ecco. Hai mai un po’ di nostalgia di una vita come tante?
“No, assolutamente. So di essere una persona estremamente fortunata e ho voluto in tutti i modi questa vita. Mi rendo conto di tutto quello che mi succede, sicuramente se non avessi fatto il pilota sarebbe andato tutto diversamente, però sono il primo ad essere cosciente della mia fortuna”.
Sei stato ospite di Sabato De Sarno per Gucci Ancora e, di fatto, sei il primo pilota della MotoGP ad avere una collaborazione con un brand così radicato nel mondo della moda.
“Ah, è stato un evento fantastico. Ho avuto il piacere di conoscere Sabato De Sarno e ci stiamo organizzando per fare qualcosa insieme con Gucci. È un luminare in quello che fa, è meraviglioso. Abbiamo assistito a qualcosa di diverso, un’innovazione vera in un campo in cui è molto complicato farlo. È stata la prima volta per me, mi ha fatto molto piacere ed essere invitati da Gucci, che in Italia è il massimo, è stato incredibile”.
Il punto è che hai portato Gucci in MotoGP, gli altri probabilmente proveranno a seguirti.
“Vedremo. È una cosa che può crescere, dare hype a tutto il nostro mondo”.