“Alla presentazione abbiamo spaccato. In grande stile, come piace a Nadia e come piace a noi”. Michele Masini gira tra le sale del Cocoricò in giacca e cravatta, nero su bianco come Le Iene di Tarantino. È contento, anche qualcosa in più. Se in Gresini hanno scelto di rischiare aspettando Marc Marquez fino all’ultimo è anche merito suo, che in Indonesia si è trovato a discutere con le alte sfere di Ducati Corse senza riuscire a togliersi un leggero sorriso dalla faccia. Le persone presenti al Cocoricò di Riccione si possono dividere in due categorie: quelli che c’erano già stati e quelli che l’hanno visto per la prima volta dopo che Nadia Padovani ha deciso di fare lì la sua presentazione. Michele, romagnolo, è della prima categoria. Poi, volendo, alla serata c’erano altri due gruppi di persone, quelli che sapevano che il 20 gennaio - giorno della presentazione - sarebbe stato il compleanno di Marco Simoncelli e quelli che invece non ci hanno fatto caso. Anche in questo Michele fa parte della prima categoria: con Marco ci andava a scuola e ci ha debuttato in MotoGP, grazie a un’intuizione di Fausto Gresini che ha voluto circondare il Sic della sua gente per fargli dare il meglio in pista. Ora che a Faenza è atterrato Marc Marquez, per il Team Manager delle Ducati azzurre sarà un anno indimenticabile, forse anche più delle ultime stagioni in cui la Gresini Racing è riuscita ad andare costantemente sopra le aspettative. Lo fermiamo per scambiare due parole alla T-Room, la seconda sala del Cocoricò dopo la Piramide in cui sono appena stati presentati i fratelli Marquez e le moto per il prossimo anno.
Allora Michele, è stata una presentazione esagerata.
"Ci piace fare festa e poter pensare, con questo grande evento, di iniziare nel migliore dei modi la stagione. Non mi voglio porre nessun obiettivo, sia con Alex che con Marc, perché sarà importante - ed è giusto - fare una bella crescita e vedere poi che risultati arriveranno. Chiaro che con questi piloti qui e con la moto che abbiamo, che è campione del mondo, c’è tutto sulla carta per poterlo fare e credo che come Team e famiglia abbiamo delle carte in più da giocare che sono il nostro ambiente, senza pressione. La pressione se non ce la mettiamo noi non ce la mette nessuno”.
Vi siete abituati ad avere con voi Marc Marquez?
“Vi svelo questo retroscena: la prima volta che ha messo su la tuta ci siamo guardati e abbiamo detto: ‘Adesso non è Photoshop, eh?’. Quello è stato un gran momento, quando hai un pilota così che ha vinto otto titoli del mondo ti cresce dentro un orgoglio incredibile, ci dà una carica, un’energia… poi sarà affiancato ad Alex che è al suo secondo anno e che ci conosce bene. Insieme potranno collaborare fuori dai turni di prova, anche se in gara ognuno farà il suo. Così però è ancora più famiglia”.
La Ducati rossa ha vinto il secondo mondiale di fila e ci sono buone probabilità che vinca anche il prossimo. Poi però ci siete voi, giusto?
“Allora, è chiaro che le aspettative dall’esterno per noi sono altissime. Non ci voglio pensare perché dovremmo viverla. Mentirei se dicessi che non è il nostro obiettivo, però magari sarebbe bello poterne parlare tra un po’, magari a metà stagione”.
Avete presentato le moto il 20 gennaio, compleanno di Marco Simoncelli. Voi siete cresciuti insieme, dalla scuola alla MotoGP. Pensi mai a cosa direbbe di te oggi? Qualcosa del tipo ‘Ma guardalo, che è arrivato a fare il Team Manager a Marc Marquez’…
“Ah, ci penso tutti i giorni. Ce l’ho tatuato anche addosso e mi sono svegliato pieno di emozioni pensando a lui. Adesso vivo queste emozioni qui e il Sic mi ha insegnato tanto umanamente, mi ha proprio lasciato tanto. Secondo me non gradirebbe troppo questa cosa, anche perché magari sarebbe ancora in attività e a lui piaceva tanto fare gruppo e le persone che erano attorno a lui… era un po’ come una sorta di gelosia, le voleva per lui perché insieme si dava il meglio, traeva il massimo dal gruppo di amici e di persone strette a lui. Però mi direbbe… mi direbbe…’Diobò, hai iniziato attaccando gli adesivi alle carene, guarda cosa hai fatto!’. Sì, probabilmente direbbe una cosa di questo tipo”.
Hai lavorato con tanti piloti: cos’ha Marc Marquez che non hai visto negli altri?
“Purtroppo abbiamo avuto solo due giorni a Valencia, uno di set-up e briefing e uno dove abbiamo fatto 44 giri, che sono pochi. Però Marc trasmette proprio tantissima esperienza, è chiaro che lui coglie ogni minimo dettaglio. Non vedo l’ora di passare molto tempo insieme a lui per cercare anche di trarre anche dell’esperienza per noi come team da questo evento straordinario”.
Michele Masini non dovrà aspettare troppo: i primi test per la MotoGP 2024 sono in programma a Sepang, in Malesia, dal 6 all'8 febbraio e lì - anche più che in Europa - legare con gli altri componenti della squadra sarà piuttosto semplice. Non solo: se a Valencia Marc aveva solo una moto da provare ("Mi hanno detto che se l'avessi distrutta sarebbe finito il test, quindi sono andato piano") in questa occasione avrà due moto e più tempo per guidarle. Senza neanche dover pensare allo sviluppo.