La presentazione del Team Gresini al Cocoricò è stata, oltre alla prima del 2024, una sventagliata di situazioni diverse dal solito, della verità che prende il sopravvento su tutto il resto. Punto primo: essere presenti è stato fondamentale. Lo spettacolo che si è visto sul palco nella sala della Piramide, per portare al pubblico Alex e Marc Marquez, si è rivelato uno show magico, a metà tra l’Afterlife di Tulum e una scenografia di Cyberpunk 2077. Telefono e telecamera però non ti restituiscono quella profondità, i giochi di luce e i movimenti, così non resta che tenere il telefono in tasca e godersi questa storia con gli occhi.
Punto secondo: fai come ti pare ogni volta che puoi, qualcuno a cui non andrai bene ci sarà lo stesso. Nadia Padovani ha voluto celebrare Marc-contro-ogni-aspettativa-Marquez alla sua maniera, prenotando il locale che ha sempre associato alla parola “festa”, il Cocoricò di Riccione, per un sabato sera. In quella discoteca in Riviera ci vanno i piloti forse, non certo i giornalisti che per la maggior parte hanno passato i sessant’anni e vogliono solo sedersi in sala stampa con una buona linea internet e la pancia piena di tartine al salmone. Eppure si sono dovuti arrendere alla situazione e, alla fine, se ne sono andati contenti, certi di avere più di una storia da raccontare.
La parte più interessante però è un’altra: Nadia Padovani ti spiega la parità di genere nel 2024 - cosa che per qualcuno è un lavoro anche ben remunerato - senza neanche il bisogno di rivendicarla. Lei, donna in un mondo maschio da sempre, sta affrontando la MotoGP senza pietà per nessuno. Nel giro di un paio d’anni si è portata a casa il pilota più vincente di questo campionato mettendosi contro aziende colossali, politiche interne, consigli di chi avrebbe voluto essere al suo posto, tifoserie becere. Honda, Dorna, Ducati e KTM, per citarne qualcuno, stanno a guardare in silenzio mentre la signora, ex infermiera, gli infila una carica di dinamite sotto al cuscino. Nadia ha mostrato un clamoroso dito medio a tutta l’industria e se n’è andata con Marc-voglio-tornare-a-vincere-Marquez.
Gli influencer che rivendicano femminismo con la schwa, ma anche chi fa i soldi con cremine, vestiti, sex toys, libri e chissà che altro in nome della parità di genere smetterebbero di lavorare domani se l’Italia conoscesse meglio la storia di Nadia, che oltre alla fame di risultati ha quattro figli e un’azienda con un centinaio di dipendenti. Sul palco, la signora Padovani ha portato anche due ballerini a petto nudo, che si sono esibiti sotto lo sguardo inebetito di chi si aspettava di vedere solo donnine in costume come accade di solito: serve altro? Questa, vi piaccia o meno, è la vera parità di genere. E finita la presentazione abbiamo provato a farcela raccontare da lei.
Nadia, una cosa così non si era mai vista: hai realizzato un sogno?
“Hai visto come siamo avanti? Ci ho lavorato un mese e mezzo per fare un evento così. Mi ricordo di quando a ballare ci venivo io, con la minigonna, tutta scollacciata… All’epoca andavano anche le magliette aderenti, erano altri tempi”.
Hai accettato l’idea che tutto questo sta accadendo davvero?
“Abbiamo passato un po’ di tempo a chiederci se lo fosse, poi con lo shooting e altri momenti insieme abbiamo cominciato a conoscere meglio Marc e ci stiamo rendendo conto che è proprio così, è con noi. Ed è una cosa enorme”.
Lo hai portato nel museo dedicato a Fausto, alla Gresini Racing. Ci racconti quel momento?
“Sono entrata con lui, gli ho fatto vedere un pio’ le tute degli anni ottanta e anche per lui è stata un’emozione, gli è piaciuto davvero”.
Da quando hai cominciato a lavorare in MotoGP sei sempre andata in crescendo: prima Enea che corre per il mondiale, poi le vittorie con Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio, ora vi danno addirittura per favoriti. Dov'è il limite?
“Io dico sempre ai miei ragazzi che quando raggiungi risultati importanti devi sempre cercare di salire ancora, cercare di fare meglio e non adagiarsi, come quando abbiamo vinto quattro Gran Premi al debutto con Enea. Per noi era già tantissimo, una roba incredibile. Però in quel momento ho detto ok, adess0 cosa facciamo? Poi siamo riusciti a portare alla vittoria anche Fabio Di Giannantonio e per noi è stato veramente un grande orgoglio, era con noi dalla Moto2 e lo abbiamo portato lassù, non era scontato. Dobbiamo lavorare per fare ancora meglio”.
Parli ancora con Fausto?
“Lui c’è. Ce l’ho dentro. È brutto parlare di queste cose perché poi la gente ti prende per matto, eppure lui mi ha indirizzato. Oppure sono stata brava io a leggere le cose, non lo so. Quando sono nei momenti di difficoltà io glielo chiedo: dammi una mano, fammi capire qualcosa, che devo fare. Poi magari sono brava io a capire questi segnali, lo conoscevo bene, sono stata con lui trentatré anni della mia vita. Probabilmente qualcosa di lui comunque ce l’ho anche io, quando vivi tutto questo tempo con una persona un po’ ti scambi”.
Sui social della Gresini Racing vediamo una lunga serie di piccoli capolavori: Game of Thrones, Il Discorso del Re, adesso La Grande Bellezza… Ti diverte?
“È uno dei lavori di Cristian, mente diabolica della Gresini Racing. Lui tira fuori delle robe incredibili, è fantastico. A volte mi dice ‘Mettiti in posa così’, senza spiegarmi nulla, poi butta fuori ste cose e io impazzisco. Come il post sul ‘Discorso del Re’, quando l’ho visto mi è preso un colpo”.
Senti Nadia, la verità è che quest’anno puntate al titolo.
“Ma no, noi dobbiamo tenere un profilo basso”.
Interviene Cristian Massa, Press Officer della Gresini Racing: “Esatto, come si è visto dalla presentazione vogliamo tenere un profilo basso”.
“Un profilo bassissimo”, aggiunge Nadia ridendo. “È arrivato un otto volte campione del mondo… Marc Marquez, capisci? È chiaro che bisogna puntare in alto, ma lui si dovrà adattare alla moto e non sarà semplice, è più avvantaggiato Alex che conosce già la Ducati. Oltretutto ci sono Bagnaia, che è un grandissimo campione, Martín che vuole vincere, Bastianini che quest’anno ha avuto molta sfortuna e poi Bezzecchi… Ducati ne ha una bella fila”.
Il punto è che sei la prima Team Principal donna della MotoGP, la prima ad aver vinto una gara e ora potresti essere la prima della storia a vincere un mondiale in MotoGP, oltretutto con un team privato.
“L’obiettivo te lo poni. Noi ce lo siamo posti, ma non siamo i soli a volerlo e le incognite in pista sono tante. Vedremo”.
Se a metà stagione vi trovassimo davanti a tutti?
“Ci vedremo lì, magari avrò le parole giuste”.
Tutti gli altri nel frattempo si faranno un gran numero di domande.