Un intervento chirurgico al ginocchio non è qualcosa che si supera in una manciata di giorni. C’è da ritrovare la mobilità, da rafforzare la muscolatura e, poi, ricominciare ad allenarsi. Ma per tornare in moto serve molto di più e quel di più a Franco Morbidelli manca ancora, tanto che ad Austin il pilota italobrasiliano s’è ritrovato a correre quella che non ha faticato a definire “la gara più difficile della mia vita”. Non c’entra il feeling con la nuova moto, non c’entra nemmeno il trovarsi a lavorare di colpo con una squadra in cui non è rimasto nessuno dei volti di sempre: è solo una questione fisica. Che da un lato richiede tempo, ma che dall’altro, per uno che appena un anno fa si laureava vicecampione del mondo, rischia di togliere serenità e alimentare preoccupazione.
“Il recupero dopo un intervento come quello a cui mi sono sottoposto io di solito dura sei mesi – ha detto Morbidelli dopo la bandiera a scacchi del GP delle Americhe – quindi sono consapevole che stiamo forzando.. Sono passati tre mesi dall'operazione, ma attenzione: per ora va tutto bene. E’ troppo importante, per me, trovare il feeling con la moto, imparare a capirla e a conoscerla e adesso va bene così, non ci sono problemi ulteriori o complicazioni, ma solo la consapevolezza che adesso questo è il massimo che posso fare". Anche perché, paradossalmente, in Texas è stata più dura che a Misano: “A Misano – ha raccontato Morbidelli - ho potuto disputare la gara con un ritmo costante. Ad Austin non è stato possibile perché la pista gira molto a sinistra”.
Il disegno del circuito non ha aiutato e le tante buche hanno peggiorato la situazione, con Franco Morbidelli che, di fatto, s’è ritrovato ulteriormente penalizzato da ciò che per Marc Marquez, invece, ha rappresentato una sorta di vantaggio. Entrambi non stanno ancora bene dopo l’infortunio ed è chiaro che se per uno le curve a sinistra sono una sorta di manna dal cielo, per l’altro rappresentano, invece, un problema tremendo in questo momento così particolare. Tanto che Morbidelli non ha esitato a dare una definizione piuttosto secca e categorica del suo GP delle Americhe: “Dopo i primi giri il mio fisico ha praticamente ceduto – ha raccontato – ho dovuto guidare solo con le braccia, o comunque con la parte superiore del corpo, ed è stata senza dubbio la gara più dura dell'anno per la maggior parte dei piloti. Per me, invece, è stata la gara più dura della mia carriera per via della mia condizione fisica.