“Sento che sto facendo una buona crescita e che nelle ultime gare non si è incastrato quel qualcosa che invece è necessario per fare i risultati che contano. Sono tra i ventidue migliori piloti del mondo e sono consapevole che in tantissimi vorrebbero la mia moto, ma questa Desmosedici al momento è più mia che di molti altri. Lo dico perché, stando al dentro, sono al corrente di molte cose che da fuori non si possono sapere e che non posso svelare” – Poche parole, pronunciate con il sorriso sulla bocca e una espressione di reale serenità da Fabio Di Giannantonio stanno per far crollare quella che fino a pochi giorni fa sembrava una certezza: Franco Morbidelli nel Team Gresini.
Il pilota romano, sia inteso, non ha smentito che la sua sella è in ballo, ma ci ha tenuto a non darsi per spacciato e anzi a ribadire che le sue possibilità di restare in sella alla Desmosedici della squadra faentina sono molte di più di quante gliene vengano oggettivamente riconosciute ormai da mesi su tutte le testate di settore.
Puro ottimismo da parte del pilota italiano, oppure consapevolezza di una qualche dinamica che invece lo fa sentire al sicuro? Difficile, al momento, da dire, anche perché nell’ambiente ormai sembrano tutti concordi nell’affermare che Franco Morbidelli guiderà una Ducati Desmosedici nella prossima stagione. Se Johann Zarco cederà alle lusinghe della Lucio Cecchinello Racing, per il Morbido se ne potrebbe liberare una nella squadra di Valentino Rossi, con Marco Bezzecchi che andrebbe a guidare una ufficiale insieme a Jorge Martin nel Team Pramac.
In caso contrario, però, l’unica Desmosedici a disposizione per Morbidelli sarebbe, appunto, quella che attualmente è di Fabio Di Giannantonio, a cui ambiscono anche Joan Mir e Tony Arbolino. A meno che il pilota italobrasiliano non decida di rinunciare al sogno di una Rossa e aspettare la decisione di Zarco per capire se ci sarà o meno la possibilità di accasarsi in HRC su sponda LCR, oppure addirittura nel Team Repsol, visto che si vocifera con sempre maggiore insistenza della possibilità di un abbandono (con tanto di anno sabbatico) da parte di Joan Mir.