Frankie Carchedi è il capotecnico di Joan Mir, ovvero l’uomo di fiducia del campione del mondo in carica. A circa un mese dall’inizio della stagione 2021, Carchedi ha parlato come andranno le cose senza Davide Brivio, delle aspettative del team e della moto che, con anche considerando il congelamento dei motori, potrebbe essere ancora la più equilibrata sulla griglia di partenza.
“Joan aveva ben chiaro il suo obiettivo - ha esordito il capotecnico di Mir - non sono sicuro che tutti gli credessero, ma noi di sicuro sì. La concentrazione c’era fin dal primo giorno. Non aver vinto una gara nel 2019 ha aiutato perché l’obiettivo era raggiungere un podio e poi vincere una gara. Non sono arrivati fino alla fine, quando poi ha vinto la prima volta a Valencia, a quel punto abbiamo iniziato a pensare al campionato”. Una strada fatta di continuità e sostanza quindi, che in un campionato così atipico si è rivelata vincente. E che, a detta di Carchedi, sarà la bussola del team anche nel 2021: “Non credo che Joan cambierà il suo approccio. Una cosa che abbiamo sempre fatto, è stata quella di affrontare una sessione alla volta e una gara alla volta”.
Poi commenta le dichiarazioni di Alex Rins, che pochi giorni fa aveva dichiarato di sentirsi il numero uno del Team Suzuki: “Da noi non c’è un pilota numero uno e un numero due, siamo una piccola realtà con un modo di pensare molto familiare. Le moto sono uguali, diamo loro il meglio e ricevono lo stesso supporto anche se uno potrebbe avere più richieste - ha spiegato Carchedi - Il metodo che abbiamo in Suzuki è quello di migliorare la moto in modo che entrambi i piloti possano trarne un vantaggio. Ad essere onesti, l’enfasi è concentrata più sulla Suzuki che non sulla gloria del singolo pilota. Mi piacerebbe vedere Joan vincere il campionato ma se lo vincesse Alex sarei comunque estremamente felice. Nella situazione ideale, sarebbero proprio loro due a battersi per il primo posto”.
La scelta di non cercare un manager esterno per sostituire Davide Brivio, che il prossimo anno sarà in Formula 1 con Renault, è stata dettata soprattutto dai tempi ristretti e dal bisogno di continuità, anche se Carchedi assicura che per il momento non ci sono state complicazioni: “Piuttosto che passare attraverso vari canali, al momento, stiamo andando direttamente da Sahara. Non è cambiato molto ma dobbiamo vedere come inizia la stagione, al momento sta funzionando bene”.
Infine, Frankie parla della Suzuki GSX-RR, vista da molti -Gigi dall’Igna e Valentino Rossi compresi - come la moto più equilibrata (e in un certo senso migliore) del lotto: “Sono un grande sostenitore del famoso detto di Enzo Ferrari secondo cui ‘La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo’ - ha spiegato Carchedi - se vince vince, che sia semplice o che sia complessa. E, ad ogni modo, apprezzo i commenti di Gigi. Amo l’innovazione e i tecnicismi, è una delle bellezze del nostro sport. Sono il primo a percorrere la pitlane per cercare cose nuove. Oppure, come dice un famoso detto che abbiamo in Inghilterra quando si parla di calcio, keep it simple stupid (non complicare le cose, stupido), si tratta di trovare un compromesso e la migliore soluzione possibile”.