Nel famoso martedì di Valencia dello scorso novembre, Marc Marquez aveva impiegato meno di sei ore per portare la Ducati al limite. Salito per la prima volta sulla Desmosedici del Team Gresini, l'otto volte campione del mondo in mezza giornata era stato capace di staccare il quarto tempo assoluto dei test, a solamente 171 millesimi dalla miglior prestazione di Maverick Vinales. Secondo degli otto piloti Ducati (il migliore dello squadrone di Borgo Panigale era stato Marco Bezzecchi), il 93 aveva consegnato al mondo l'impressione che con la GP23 potesse tornare a guidare alla sua maniera. Nessuno, tra paddock e appassionati, è rimasto particolarmente sorpreso dalla prima giornata di Marc in Ducati: da un pilota che ha vinto 85 gare nel Motomondiale queste cose te le aspetti. Però la sensazione che il margine di miglioramento dell'accoppiata Marquez-GP23 sia ancora molto ampio è rimasta viva. Si è fatta spazio nella mente degli addetti ai lavori e soprattutto dei piloti, gli avversari di Marc, durante l'inverno. Sensazione che adesso, a poco più di due giorni dal semaforo verde dei test di Sepang, cerca conferme. Alcuni retroscena sul martedì di Valencia e sul lavoro invernale di Marquez le ha fornite Frankie Carchedi, il nuovo capotecnico del 93 in Gresini. Marquez, dopo undici stagioni al fianco di Santi Hernandez e di una fidata cerchia di tecnici HRC, lavorerà adesso con l'ingegnere inglese che ha portato Joan Mir e la Suzuki sul tetto del mondo nel 2020, prima di incidere pesantemente sugli enormi progressi che Fabio Di Giannantonio ha mostrato nella seconda metà del 2023.
Frankie, nel corso di una bella intervista realizzata da Nora Lantschner di Speedweek, ha parlato così del feeling che si è instaurato con Marquez, del rapido adattamento del 93 alla Desmosedici, delle aspettative alte che il mondo ripone sul suo nuovo pilota: “Siamo stati parecchio in contatto con Marc per scambiarci informazioni. Non tutti i sentimenti e tutti i pensieri arrivano subito, a volte li realizzi il giorno dopo o la settimana dopo. Quindi siamo rimasti in contatto per tutto l'inverno e ci siamo semplicemente scambiati idee. Adesso Marc ha un’idea migliore di cosa potrebbe aver bisogno, che sia la posizione in sella o qualcos’altro sulla moto, in modo tale da avere tutto pronto per Sepang. L'adattamento alla Desmosedici nel martedì di Valencia? Quello che posso dire è che quando sali su questa moto ci vuole un po' per capire tutto. Con la sua esperienza e tutto il resto, certe cose sono accadute un po' più velocemente. Ma bisogna essere cauti; lui vuole divertirsi alla guida, vuole essere davanti, e deve soltanto fare un passo alla volta. Dobbiamo individuare quale può essere il primo step. Dobbiamo provare a fare il primo passo e poi, di conseguenza, capire quanto lontano potremo arrivare. Alla prima gara in Qatar ancora non ci ho pensato. Il mio pensiero è fisso su Sepang, per svolgere i test nel miglior modo possibile. Il titolo mondiale? Ci sono 42 gare e abbiamo visto quanti infortuni ci sono stati l'anno scorso...a queste cose non ci si deve nemmeno pensare, almeno fino a quando non ti lasci tre quarti di stagione alle spalle. L’obiettivo per ora è partire al miglior livello possibile per la prima gara in Qatar. Da lì vedremo in che posizione saremo e cercheremo di migliorare weekend dopo weekend".