Sarà un weekend pieno di novità quello del Gran Premio dell'Azerbaijan, non ancora iniziato ma già ricco di azione almeno fuori dalla pista. Come spesso succede in questi casi, anche se in Formula 1 era da un po’ che non si vedeva una stagione così movimentata in termini di mercato piloti, si è trattato di un turbolento gioco di scacchi, dove a finire in Formula 2 con Prema Racing sarà Gabriele Minì, per accompagnare Andrea Kimi Antonelli all’assalto per il titolo costruttori del team italiano. Infatti, dopo il round italiano della Formula 1, Kevin Magnussen è stato bandito per una gara per via dei troppi punti persi sulla superlicenza e come sostituto è stato scelto Ollie Bearman, il futuro pilota della Haas. Il britannico, che nel mondiale questa stagione ha già corso con la Ferrari a Jeddah, si prepara a fare il suo debutto quindi con la squadra americana, di cui diventerà pilota titolare a partire dal 2025 insieme ad Esteban Ocon, lasciando però libero il suo sedile in Formula 2, dove è stato impegnato finora. A prendere il suo posto sarà uno dei piloti italiani più talentuosi e promettenti per il futuro, Gabriele Minì, reduce da un weekend dolceamaro a Monza in Formula 3 di cui è vicecampione.
Il giovane italiano, originario di Palermo, si è fatto notare parecchio nelle categorie propedeutiche, dimostrandosi sempre uno dei più veloci e abili nella costruzione del weekend perfetto fin dai primi chilometri in Formula 4, che ha vinto nel 2020 a soli quindici anni, in anticipo di un round e ancora da rookie. Una stagione che è diventata un perfetto biglietto da visita per Minì, impegnato nei due anni successivi in FRECA, dove si è giocato il titolo nel 2023 laureandosi vicecampione per solo qualche punto, proprio come quest’anno in Formula 3. Il giovane talento Alpine, con cui lavora dal 2023, quando è entrato a far parte dell’Academy del team francese, ha perso il titolo per solo qualche punto, arrivando dietro al suo connazionale Leonardo Fornaroli, concludendo però una stagione di fuoco che lo ha visto protagonista spesso e volentieri. Dopo un risultato così importante in Formula 3 però è arrivato il momento di fare il grande salto e di debuttare in Formula 2, a un solo passo dalla Formula 1, più in anticipo di quanto ci si potesse aspettare.
Infatti, spesso succede che in Formula 2 gli ultimi due round vengano disputati dai piloti che i team intendono far correre nella stagione successiva, ma il caso di Gabriele Minì è un po’ diverso. La chiamata di Prema Racing è già arrivata per l’italiano, che dovrà sostituire Ollie Bearman per permettere al team di non perdere punti importanti per il campionato. Non sarà un weekend facile per lui quello di Baku, proprio perché avrà una grande responsabilità: dovrà essere veloce nel capire la vettura, ben diversa da quella che ha guidato fino a Monza in Formula 3, ma cauto nell’affrontare le insidie del circuito azero, uno dei più complicati del calendario anche per i piloti di Formula 1. Per lui sarà tutto nuovo se non il team, che conosce molto bene e con cui ha vinto tanto, e il compagno di squadra, Andrea Kimi Antonelli, con cui non ha mai ancora condiviso la pista in macchina - essendo Minì un paio di anni più grande e con un percorso di carriera diverso rispetto al bolognese - ma con cui è cresciuto nel paddock dei campionati italiani.
Per lui sarà un weekend davvero importante, che gli servirà poi per assicurarsi un sedile nella categoria nel 2025, dove tutti lo attendono in pole position in Formula 2. Il talento certamente non gli manca e lo sa bene anche Nicolas Todt, il suo manager dal 2018, lo stesso che ha guidato Charles Leclerc dai primi passi nel mondo dell’automobilismo fino ad oggi in Ferrari, ma dovrà anche dimostrare di essere all’altezza della competitività del campionato. Il suo asso nella manica è che quello di Baku è un circuito cittadino e Minì ha dimostrato più di una volta di sentirsi a suo agio a correre per le strade delle città di Monaco e Macao, dove ha sempre performato al massimo: sarà un weekend da seguire attentamente, perché anche lui potrebbe essere uno di quelli da tenere d’occhio per il futuro della Formula 1.