Per Gigi Dall’Igna c’è solo una Ducati che non ha il dovere di andare più forte di tutte e arrivare davanti a chiunque: la sua. “Certo che andavo in moto, ma io lo faccio da turista – ha detto il super ingegnere di Borgo Panigale - Amo andare in moto con mia moglie. Siamo andati in Grecia, in Sicilia, in Sardegna, in Corsica. Anche lei guida la sua moto, ma io ho venduto la mia quando è nata la nostra prima figlia perché una moto non è un giocattolo ideale per la famiglia. Una volta che i nostri figli saranno più grandi tornerò in sella e passerò molto tempo in giro con mia moglie. Ma ci comporteremo come turisti, non certo come corridori”.
Un particolare della vita privata di Gigi Dall’Igna, che invece appare sempre freddo e distaccato, che l’ingegnere della Ducati ha confidato a SpeedWeek, in una intervista in cui racconta come sta vivendo questi ultimi giorni prima dell’inizio della MotoGP 2023. Una stagione in cui, verosimilmente, finirà per vedere, più della moglie con cui sogna di andare in vacanza in moto, i soliti visi con cui condivide ormai i suoi giorni in camicia rossa. “Con Paolo (Ciabatti) e Davide (Tardozzi) – ha raccontato – stiamo facendo un gran lavoro. Ma non dobbiamo dimenticare i membri del team, ingegneri e capitecnici come Christian Gabarrini e Dani Romagnoli, capotecnico di Jorge Martin, o gli ingegneri elettronici e la troupe di Pecco e tutti gli altri. Abbiamo molti tecnici che cercano di capire i piloti. Lo fanno tutti, ma se il pilota commette un errore o dice qualcosa di sbagliato, e se siamo convinti che ciò che ha detto sia sbagliato, allora lo contraddiciamo e non abbiamo problemi a discutere. Deve essere così. Perché abbiamo i numeri, abbiamo i dati. Dobbiamo migliorare le prestazioni, dobbiamo vedere la realtà e non fare strani esperimenti”.
Un’affermazione, quest’ultima, che suona quasi da monito a non lasciarsi prendere dalla voglia di troppa innovazione, ma anche da avviso ai piloti: contro i numeri non si può andare. E’ così che Gigi Dall’Igna intende lavorare per garantire a Ducati altre stagioni come il 2022. “Che tu sia secondo, terzo o quarto, non fa differenza. L'unico posto a cui aspiro nella mia testa è il primo – ha detto Dall’Igna, parafrasando in qualche modo l’ormai famosissima frase di Enzo Ferrari - Sono fatto così, che sia MotoGP o Superbike. In SBK, ad esempio, Ducati ha una storia di vittorie e il fatto che non riuscivamo a vincere mi pesava tantissimo, finalmente ce l’abbiamo fatta. In MotoGP la strada non è stata facile, non è mai facile finché non si ottengono i risultati desiderati. Ma era importante che la Ducati migliorasse e dal 2017 siamo stati lì ogni anno”.
Adesso, però, i buoni risultati non bastano più e non sfamerebbero nessuno in una squadra, anzi in una intera azienda, che ormai vuole solo l’obiettivo grosso. “In Ducati siamo tutti della stessa pasta – ha aggiunto – Quando non si ottengono i risultati sperati non si può essere felici e contenti”. Come se la tipica mentalità dei piloti fosse stata, in qualche modo, adottata da tutti, a cominciare proprio da Dall’Igna, che conclude: “Tutte le persone coinvolte nei nostri progetti sono competitive, vogliono avere successo. Tutti vogliono ottenere il massimo”.