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Giù il cappello per Lance Stroll che ha scelto di correre nonostante il dolore

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

5 marzo 2023

Giù il cappello per Lance Stroll che ha scelto di correre nonostante il dolore
Ha ricevuto l'ok medico, sia in Bahrain che a casa dove - dopo l'incidente in bicicletta delle scorse settimane - è stato operato per ridurre la frattura al polso. Ha messo alla prova sé stesso, stringendo i denti davanti ad una situazione che avrebbe potuto evitare alzando bandiera bianca e facendo un passo indietro. E invece Lance Stroll non lo ha fatto, perché così sono i piloti

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Lance Stroll sta male. In Bahrain, alla prima tappa della nuova stagione, guardare i suoi on board in pista fa semplicemente venire i brividi. È qualcosa a cui non siamo abituati: i polsi rotti, le viti nel corpo, un piede fratturato, i lividi così evidenti.

Un rapporto con il dolore che vive molto di più dentro al mondo delle due ruote, in MotoGP, dove da sempre i protagonisti del motomondiale si presentano in pista con stampelle, fasciature, operazioni appena completate e controlli medici da dover superare. In Formula 1 il gioco con il pericolo è più sottile: più accentuato nel corso di incidenti clamorosi e spaventosi, dove veder riemergere un corpo dopo minuti di silenzio è un sentimento a cui nessuno - addetti ai lavori compresi - si abituerà mai. Dal rogo nel 2020, proprio in Bahrain, dove Romain Grosjean ha quasi perso la vita, fino all'incidente di Zhou Guanyu, lo scorso anno a Silverstone, incastrato a testa in giù tra le barriere della pista in attesa di essere recuperato e liberato dai resti della sua Alfa Romeo. 

Siamo abituati a questo, in Formula 1. A una linea sottile che separa piloti sani da rischi di tragedie altissimi. Ma non siamo abituati ai lividi. O almeno, non più. Vedere quindi scendere in pista, nelle sessioni di prove libere prima e nella qualifica poi, il pilota canadese Lance Stroll con delle evidenti difficoltà fisiche, lascia perplessi. Perplessi perché, assente ai test in Bahrain proprio a causa dell'incidente in bicicletta in cui è rimasto coinvolto, Stroll non sarebbe neanche dovuto arrivare alla prima gara dell'anno secondo le prime ipotesi, così da riuscire a recuperare in tempo per il fine settimana in Arabia Saudita tra due weekend. 

Perplessi anche perché, passato il controllo medico, ci si aspettava di vedere un pilota meno affaticato ma non è stato così. Il canadese, dagli on board della sua Aston Martin, è stato visto spesso staccare la mano destra dal volante per far riposare il polso, è stato fotografato con il braccio pieno di lividi, ed è stato ripreso mentre si faceva aiutare a scendere dalla sua vettura al termine delle prove libere di venerdì, visibilmente in difficoltà.  Da un team radio poi è proprio Stroll a confermare quello che non va: "Non posso - dice al suo ingegnere di pista, rispondendo a una richiesta su come poteva migliorare il giro - non posso per le mani!". 

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A chiudere il cerchio ci ha pensato lo stesso pilota che, dopo le qualifiche, ha spiegato la situazione rivelando di avere anche un piede fratturato: "Sono passati 12 giorni dal mio intervento e due settimane dal mio incidente. Non riuscivo a muovere entrambe le mani e non potevo camminare perché avevo anche un dito del piede rotto, l'alluce destro. Però mi sento sempre meglio adesso che sono qui, giro dopo giro ho più fiducia del mio corpo e in quello che fanno le mie mani".

È felice di essere tornato in pista, Lance Stroll. E non gli importa di chi dice che non avrebbe dovuto correre perché le condizioni non sono delle migliori, perché è troppo pericoloso o perché ha difficoltà a scendere dalla monoposto. Il test medico è stato superato, le condizioni migliorano giorno dopo giorno, e se medici e pilota decidono che si può correre, lui correrà. Così come lo scorso anno ha fatto, nel silenzio totale per non scatenare polemiche, il suo nuovo compagno di squadra Fernando Alonso che dopo un incidente nelle qualifiche del GP d'Australia ha riportato fratture alle mani che lo hanno accompagnato per settimane, con fasciature al posto fino al GP di Monaco. Lo ha fatto anche il giovanissimo Andrea Kimi Antonelli che dopo un intervento al polso (con posizionamento di viti) alla fine dello scorso novembre, a inizio dicembre era già in pista per riprendere confidenza con la monoposto.

Stroll avrebbe potuto, e può ancora, alzare bandiera bianca in qualsiasi momento: dire che non ce la fa, che il dolore è troppo forte, e finirebbe semplicemente così. Nessuna pressione dal suo team, di cui il padre è il proprietario e che certo non gli rimproverebbe un eventuale rinuncia. Nessuna sfiducia, delusione, amarezza. Sarebbe normale, accettabile, ma Lance Stroll non vuole questo. Vuole correre, tornare in pista il prima possibile, riprendere fiducia nel suo corpo e confidenza con la nuova macchina. Si conosce e conosce le sfide a cui questo sport lo ha sempre messo davanti. 

Ha deciso che non saranno queste fratture a fermarlo, e certo neanche le critiche di chi da casa ripete che era meglio per lui restare sul divano. 

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