Un clima pesante è protagonista del paddock in questo secondo weekend in Formula 1 2022. Il circus è arrivato a Jeddah nonostante la preoccupazione, nelle ultime settimane, causata dall'intensificarsi degli attacchi delle milizie Houthi, movimento sostenuto dall’Iran che controlla parte dello Yemen, ma le cose - già a partire dal venerdì di prove libere - sono diventare complesse. Un attacco terroristico ha infatti colpito, proprio mentre i piloti di F1 stavano girando nel corso della prima sessione di prove libere, uno stabilimento di Aramco a poche decine di chilometri dalla pista di Jeddah. Le immagini spaventose, unite alla preoccupazione di piloti e team principal, hanno portato gli addetti ai lavori a interrogarsi sulla scelta di prendere parte o meno al GP dell'Arabia Saudita.
I piloti si sono così uniti, nella serata di venerdì, in un lungo meeting per decidere se boicottare il restante weekend di gara. Un meeting che si è prolungato per oltre quattro ore e al quale si sono aggiunti team principal, uomini della FIA e di Liberty Media. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport durante il confronto tra piloti, cinque di questi sarebbero espressi in modo netto per boicottare la gara e tornare casa.
Questi, sempre secondo la Gazzetta, sarebbero stati Lewis Hamilton, George Russell, Fernando Alonso, Pierre Gasly e Lance Stroll che "avrebbero cercato una effettiva rassicurazione in merito al fatto che esistessero le condizioni di sicurezza per poter disputare regolarmente l’evento, e che questo di fatto non potesse costituire, invece, una plausibile cassa di risonanza per gli Huthi, i combattenti yemeniti che avevano rivendicato l’attacco di venerdì pomeriggio".
La decisione è stata trovata intorno alle ore 3 locali, l'una di notte in Italia, quando team principal e FIA hanno annunciato che il fine settimana di gara si svolgerà regolarmente con le libere e qualifiche di sabato e il GP di domenica.