Calmi, state calmi, non vi indignate subito, senza manco aver letto. Nessuno qui sta dicendo che il circuito del Qatar assomigli a quello di Laguna Seca. Ma vi ricordate con quali intenzioni Valentino Rossi partì per l'oramai mitologico GP degli Stati Uniti del 2008? Da qualche parte deve averlo pure raccontato: Uccio gli ha così tanto rotto le scatole col fatto che dovesse cercare in tutte le maniere di stare davanti a Casey Stoner, che a una certa lo stesso Valentino era arrivato a dire una cosa del tipo: "Ok ci sto davanti, ho capito, ma adesso piantala".
Ecco, diciamo che la situazione mostrata da queste qualifiche del GP del Qatar 2021, lascia intendere che, per chiunque sia in sella a una Yamaha, l'esigenza, in gara, potrebbe essere la stessa. Guai a chiudere un giro dietro a una Ducati! Guai a chi si dovesse presentare all'entrata dell'ultima curva dietro a una Desomsedici. Perché se così fosse, se uno a caso tra Pecco, Miller, Zarco o chiccessia dovesse imboccare per primo quell'infinto rettilineo, beh, potrebbe arrivarci alla fine con un vantaggio tale, da non poter essere semplicemente più superabile, nella parte restante del circuito.
Il merito, ca va sans dire, è di quel portento di motore che i ducatisti si ritrovano sotto al sedere. Tanto potente da permettere a uno di loro di battere ogni record di velocità massima mai toccato in sella a una MotoGP. 362,4 Km/h, roba che in scia, in tre o quattro, finisce che rompono il muro del suono.
E, insomma, in gara bisognerà lottare col coltello tra i denti, se per le mani ti ritrovi, invece, un quattro in linea. Ogni curva deve essere un'occasione, un momento buono per mettere le ruote davanti. Spezzare il ritmo, questa è la parola d'ordine. Staccate alla morte, mollare presto i freni e pregare che la gomma davanti faccia il suo mestiere.
Chi è il più attrezzato per un lavoro del genere? Probabilmente il nostro Morbido: Satana - come l'ha definito Guido Meda - una volta in sella. E chissà quante volte se l'è visto entrare alla spera in Dio dentro a una curva, il buon Bagnaia. Con tutta quella sabbia, si sa mai che, dopo il traguardo, non ci sembri davvero di essere al Ranch, invece che in Qatar.