Voto 10 e Lode. A Carlo Pernat. Ma Con due mosse da vecchia volpe ha spazzato via anni e anni di studi e controstudi sulla comunicazione, sugli uffici stampa, sulle cose da dire e quelle da non dire. Come? Con i vocali di WhatsApp. Non passano tre minuti da quando i suoi due piloti, Enea Bastianini per la MotoGP e Tony Arbolino per la Moto2, si presentano al microfono dello smartphone di Pernat, che li intervista dopo ogni sessione e dopo la gara e poi invia alla stampa. Commenti più a caldo di così sarebbero impossibili. Pensavamo che l'esperimento sarebbe durato il tempo di un paio di gare, invece lui e suoi piloti sono puntuali come un orologio svizzero. Era facile facile, ma ci ha pensato solo Carletto. Segno che l'età non conta quando c'è da essere veloci. E lui lo è di spirito e di testa. Personaggio totale e sempre avanti.
Voto 10. A Franco Morbidelli. E' arrivato terzo, ma senza missile terra terra sotto il sedere. La storia della moto vecchia di tre stagioni è nota, trita e ritrita. Però il Morbido e Ramon Forcada hanno saputo fare i conti con quello che passava il convento e tassello dopo tassello stanno riportando la "M1 d'epoca" a giocarsela con gli altri. Franco, dalla sua, ci sta mettendo tanta pazienza, una tigna che fa impressione e pure una capacità di giocare sul filo della diplomazia che a uno con quella faccia lì non l'avremmo mai scoperta. Va forte, ci sa fare, è sempre genuino anche quando è visibilmente incazzato come una iena ed ha la capacità di trasformare le cose contrarie in energia. E' in credito con la fortuna e con Yamaha, ora bisognerà capire se a ricredersi per prima sarà la dea bendata o la casa dei tre diapason. Lui, intanto, quello che ha da dire lo dice. Francamente Franco!
Voto 9. A Jack Miller. Che gli vuoi dire!?! Prima di Jerez era, a detta di tutti, la delusione di questo avvio di stagione. Qualche passo falso, un intervento chirurgico a disturbare ulteriormente e la sensazione che il peso di essere "un australiano in sella a una Ducati" potesse rivelarsi insopportabile. Invece all'Angel Nieto Circuit s'è messo lì, seguendo Fabio Quartararo senza massacrare la gomma e al momento oppotuno ha assestato la zampata vincente. Poi ha saputo mantenersi in testa, con una costanza degna di Jorge Lorenzo e una pulizia in sella "che sembrava Bagnaia". Una volta sul podio, poi, è tornato a fare il Jack Miller, lasciandosi scappare un rutto in mondovisione che Giacomo Leopardi scansati, ma non dopo aver pianto di liberazione. Le dieci birre che s'era riproposto di bere, però, gli sono costate qualche giro sottotono ai test del giorno successivo, ma ci sta. Non è l'erede di Stoner, ma il gemello di Crutchlow (sulla moto giusta).
Voto 8. E che fai, Francesco Bagnaia non ce lo metti? Certo che ce lo mettiamo, anche perchè, zitto zitto, il ragazzo è il leader del mondiale. Non ha ancora trovato la vittoria, ma come hanno ammesso i suoi colleghi guida la Ducati Desmosedici meglio di chiunque altro, facendola sembrare una docile Suzuki. A Jerez, forse, ha usato il braccino corto, che è una cosa che non ci piace mai, ma che innegabilmente paga. Poteva provare a raggiungere Jack Miller, ma ha preferito mettere nel sacco venti punti che sono oro. L'aggressività è sempre bella, il "vincere o niente" è il nostro mantra, ma Bagnaia ha avuto ragione e lo dice la classifica. Adesso per tutti è lui il vero candidato per la vittoria del titolo e il cammino compiuto lo scorso anno da Joan Mir dimostra che chi è in grado di mettere da parte, alla fine, riesce a godersela quanto quelli spendono tutto e subito. Ma lo vogliamo sul gradino più alto del podio e, proprio come nel post GP di Spagna, lo ripetiamo: #faccigoderepecco
Voto 7. A Fabio Quartararo. Stava facendo una roba mostruosa, poi ci si è messo di mezzo il dolore. Fino a quando ha potuto ha guidato senza sbavature, sembrando il lontano parente di quel Quartararo che si innervosiva per tutto. Ha perso punti, ma ha comunque finito la gara e il sette è per l'atteggiamento stoico. Molti altri, nei suoi panni, avrebbero parcheggiato la moto a bordo pista, arrendendosi al dolore e correndo in Clinica Mobile. Ieri ha dovuto saltare i test di Jerez, per volare in Francia dove oggi si è sottoposto all'intervento chirurgico a causa della Sindrome Compartimentale che non gli ha dato pace. Tornerà a Le Mans, come ha annunciato lui stesso sui social. Dovrà affrontare un percorso ultra-accelerato di fisioterapia per poter essere al 100% e questo significa che, purtroppo, non avrà il tempo per cambiare quella maledetta tinta ai capelli che si porta dietro da tre settimane. Ma questa volta è giustificato. Daje Fabio!
Voto 6: Ad Aleix Espargarò. E' un sei pieno, di quelli destinati a crescere. Non è simpatico, non ha mai brillato, ma il matrimonio con Aprilia ha finalmente dato vita ad una bella coppia. Per ora è tutto sulle sue spalle e come è stato giusto essere severi nei suoi confronti quando le cose non andavano bene, è giusto riconoscergli i meriti oggi che le cose sembrano cominciare a girare per il verso giusto. L'anno prossimo sarà ancora in MotoGP con la creatura di Noale e probabilmente potrà contare su un compagno di squadra di esperienza con cui incrociare pareri e sensazioni. Intanto sta lì, ad un passo da un podio che, toccando ferro e lasciandoci andare ai più italiani degli scongiuri, ormai è maturo e potrebbe arrivare già in questa stagione. Nei test di ieri, a Jerez, poi, è stato sfortunato, scivolando su una chiazza d'olio lasciata dalla M1 di Maverick Vinales, ma sono cose che capitano. Adeltante Aleix!
Voto 5. A Razlan Razali, perchè va bene provare a spronare un pilota, ma gli argomenti dovrebbero essere un po' più convincenti. "Non è Valentino che è lento perchè è vecchio, sono i giovani che sono veloci" - è stata la sua affermazione. Ma che significa? Poi ha corretto il tiro, spiegando che il 46 ha la piena fiducia del team e della squadra, cosa che francamente non era mai sembrata in discussione. Gestire un personaggio della portata di Rossi non è facile, farlo nell'imbarazzo di rappresentare una compagnia petrolifera nel giorno stesso in cui quel personaggio si è legato ad un'altra compagnia petrolifera può effettivamente mandare in confusione. Giustificato, ma a quella frase senza senso avremmo preferito una qualche spiegazione su cosa farà Petronas il prossimo anno, su come stanno andando le trattative con Yamaha e su come intenderanno aiutare Franco Morbidelli a colmare il gap che c'è tra la sua moto e quella di tutti gli altri. Anche perchè il pilota italobrasiliano avrà ancora un anno di contratto proprio con Petronas. Facci sapere, Razlan!
Voto 4. A Maverick Vinales. Lui appare, scompare, riappare. Se fosse stato un mago sarebbe certamente il più famoso di tutti i tempi, ma purtroppo (per lui) fa il pilota e scomparire non è il miglior modo per affermarsi. C'è una fase della gara in cui non lo vedi più, in cui te lo immagini a maledire gomme, freni, telai, selle, decisioni dei commissari di gara e a far litigare ogni singolo pensiero che ha nella testa, poi all'improssivo aziona il tasto "basta pugnette" e comincia ad andare forte. Recuperando posizioni su posizioni e dimostrando di avere sul polso la velocità che ci si aspetta da uno che ambisce a vincere un mondiale e che, ormai, è probabilmente arrivato all'ultima vera occasione per riuscirci. Il nervosismo mostrato in settimana che lo ha portato addirittura a cancellare l'account Twitter, però, è l'ennesima dimostrazione che il ragazzo non è sereno. Altrimenti che te ne frega di quattro esagitati leoni da tastiera che non hanno neanche la milionesima parte del tuo talento? Ci vuole calma ...e sangue freddo!
Voto 3. Alla Honda. Fino a due gare fa non c'era Marc Marquez e la pesantissima assenza aveva in qualche modo celato problemi che, invece, sono più grandi. Il fatto che Takaaki Nakagami sia arrivato ad un passo dal podio dopo aver esplicitamente chiesto di tornare al telaio 2020 è la prova che la RC213V ha più difetti che pregi. Pol Espargarò ci ha pure provato a dirlo, ma non sta nella posizione di chi può farlo e neanche due frasi dopo ha dovuto precisare che lui, comunque, continuerà a lavorare nella direzione che la Honda gli indica e senza protestare. Se Marc Marquez tornerà in fretta alle sue doti di alieno, i problemi diventeranno un ricordo, ma se resterà umano per qualche gara in più del previsto c'è il rischio della resa dei conti. La bussola sembra smarrita, ma il marchio più vincente della storia recente della MotoGP ha il dovere di ritrovarla immediatamente. Niente scuse.
Voto 2. Ad Alex Marquez. Il quadratino in alto a destra "Alex Marquez Crash" sembra ormai far parte del pacchetto MotoGP di Sky e DAZN. Ok che la Honda di quest'anno ha qualche problema, è evidente, ma andare a ghiaia ogni venerdì, ogni sabato e spesso pure la domenica significa dimostrare ad HRC di averci visto lungo a sostituirlo, dirottandolo nel team satellite, prima ancora di vederlo correre. Meno Alex e più Marquez, please!
Voto 1. A Yamaha, perchè sembra sempre tutto un caso. Tralasciando il problema fisico di Fabio Quartararo, quelli di Iwata sembrano in confusione perenne. E adesso tirano in ballo pure la sfortuna per giustificare il fatto che Franco Morbidelli non ha una moto ufficiale. Ma che c'entra la sfortuna? Davvero un vicecampione del mondo deve stare alle rigidità di un accordo e quell'accordo non può essere rivisto nel momento in cui diventa evidente che è dannatamente sbagliato? L'anno scorso il problema dei motori con conseguente pasticcio, quest'anno problemi di usura della gomma che, però vengono ignorati quando il pilota, mettendoci del suo, riesce a coprire il buco. L'impressione è che anche quando vincono non sono convinti neanche loro di poter vincere e sembra sempre che non sappiano dove stanno andando e perchè. Magari è solo una sensazione che traspare all'esterno, ma boh. Tutto bene?
Voto 0. A chi continua ad ignorare la "questione sicurezza". A Jerez si sono viste alcune brutte cadute, per fortuna senza conseguenze, e anche qualche passaggio in pista non proprio (anche in Moto2 e Moto3) non proprio "salvavita". I piloti hanno discusso a lungo sull'opportunità di cambiare registro e Joan Mir ha pure usato la mano pesante: "prima o poi qualcuno si farà male seriamente". Non è ipotizzabile modificare tutti i circuiti per ampliare sempre di più le vie di fuga, ma forse è arrivato il momento di rimettere un limite alle moto. Anche perchè ormai sembrano aerei e l'idea di un "meno ingegneri e più manici" non ci dispiace affatto. Tanto se vanno a 400 o a 350 per chi guarda da fuori è lo stesso e lo spettacolo non ci rimette. Pensarci prima, per favore.