La sua è una carriera pazzesca. E’, non “è stata”, perché Valentino Rossi sta scrivendo ancora una pagina di storia dello sport e, come le corse dovrebbero insegnare, non sarà finita fino a quando l’unico protagonista non deciderà di scrivere “fine”. Però c’è qualcosa di cui, forse, anche lui avrebbe fatto volentieri a meno e quel qualcosa è, soprattutto nell’era dei social, una sparuta minoranza di suoi pseudotifosi. Quelli che sembrano non aver ancora capito che in moto si rischia la pelle ad ogni metro, quelli che sembrano non voler accettare che lo sport, per sua stessa natura, non dovrebbe mai avere qualcosa a che spartire con l’odio. Ecco perche il post apparso ieri su una pagina Facebook dedicata proprio a Valentino Rossi è agghiacciante. E non c’è alcun buonismo nell’affermarlo: è agghiacciate e basta. Tanto che Valentino Rossi, e di questo siamo convinti, è più pronto a metabolizzare periodi terribili come quello che sta attraversando, piuttosto che commenti come quelli apparsi ieri sui social. Che tra l’altro finiscono per far demonizzare un popolo, il popolo giallo, che invece ha ben chiara la linea, netta, che c’è tra l’essere tifosi appassionati e l’essere ultras accecati.
“E’ assolutamente lecito tifare contro un pilota che ti sta antipatico – si legge nel post che circola su Facebook – E’ lecito essere felici se questo cade. Non c’è niente di assurdo ad aver preferenze in uno sport individuale, è naturale che sia così. Lo sport è rivalità, non stiamo godendo nel vederlo morire. Stiamo solo godendo del fatto che tutte le porcate che ha fatto in questi anni gli stiano tornando indietro (si chiama Karma)”. Il riferimento, è chiaro, è alle cadute di Marc Marquez durante le prove a Jerez, con tanto di immagine dell’otto volte campione del mondo per specificare il tutto.
Parole deliranti che fanno male a chiunque ama veramente il motociclismo, a chiunque ha a che fare con lo sport e soprattutto a quelli che hanno saputo apprezzare la vera forza di Valentino Rossi, ossia la capacità di non oltrepassare mai il limite, anche nella durezza di qualche manovra verace, ma mantenendo sempre il carattere della positività. Il perbenismo non c’entra niente, anche se quel maledetto post prosegue proprio rivolgendosi a quelli che, in nome della decenza, vengono scambiati per perbenisti: “Se gridate allo scandalo – si legge ancora – vi consigliamo di riguardare tutti i suoi (di Marquez) highlights con le carenate agli avversari già dalle prove libere e le irregolarità commesse contro il regolamento, come percorrere al contrario un tracciato. Come già detto, lo sport è rivalità, ma prima di tutto ‘rispetto per l’avversario’, cosa che Marquez non ha mai avuto, per nessuno”.
Leggere cose così fa male molto più che vedere Valentino Rossi soffrire in diciassettesima posizione. E se qualcuno ha un filo di buonsenso, proprio per rispetto di Vale, dovrebbe scusarsi e rimuovere il post. Anche perché il gruppo in questione conta oltre 40000 iscritti.