Ci sono i piloti. I campioni. E poi ci sono le leggende. Carl Fogarty è una di queste. Il 4 volte campione del mondo Superbike è sinonimo di Ducati Corse nel mondo ed emblema di un’era in cui i piloti erano liberi sia dentro che fuori dalla pista. Gli anni d'oro della Superbike, ma anche della MotoGP con Mick Doohan o Kevin Schwnatz fatti di battaglie e spettacolari duelli corpo a corpo. Ritiratosi da campione del mondo in carica a seguito del terribile incidente di Phillip Island del 2000, oggi Carl continua ad allenarsi regolarmente soprattutto in fuoristrada con moto da enduro e cross ed è coinvolto in diversi progetti. Ha disegnato una linea di moto per CCM Motorcycles: la Foggy S edition Spitfire, la Stealth Foggy e la Foggy FT Spitfire e recentemente ha firmato la sua personalissima collezione di orologi Forzo, ispirati al mondo delle corse. Lo abbiamo contattato nella sua casa di Blackburn, in Inghilterra, per parlare di MotoGP.
Come vedi il livello della MotoGP di oggi?
La cosa che mi stupisce di più delle gare è vedere 15 piloti racchiusi in 5 secondi. I commentatori acclamano allo spettacolo, ma è questo lo show che vogliono i fans? Per me si tratta piuttosto di livellamento. Il livello della tecnologia e dell’elettronica è talmente alto che è difficile capire quale sia il reale valore del pilota. Non succederà mai, ma se venisse tolta tutta l’elettronica, ci sarebbero sicuramente più cadute, ma si vedrebbero distacchi intorno a uno o due minuti e i piloti tornerebbero a fare la differenza.
La MotoGP sta andando verso la Formula 1?
Esattamente. L’elettronica è talmente avanzata che non si vede più un pilota perdere il posteriore. A volte guardo le gare e mi domando: ma chi è veramente il miglior pilota? Come in Formula 1, è la miglior moto, il miglior team, la migliore strategia a vincere, non il pilota che guida sopra i problemi. Ai miei tempi, il polso era la centralina elettronica!
Come vedi Valentino Rossi?
Dispiace vederlo così indietro. Sono sicuro che se si togliesse tutta l’elettronica, sarebbe ancora in testa! Ma non lo faranno mai. Rossi ha vinto così tanto che non ha niente da dimostrare.
Quanto è difficile per un campione decidere di appendere il casco al chiodo?
Io non ho avuto scelta: l’incidente di Phillip Island (video sotto) ha decretato il mio ritiro e devo dire che non è stato facile accettarlo, soprattutto all’inizio. Si tratta di una decisione molto personale. Finché Rossi si diverte... ma è difficile divertirsi con questi risultati. Mi dispiace perché Valentino non ha bisogno di questo. E’ il nome più grande del nostro sport: Rossi è sempre stato associato ai titoli e alle vittorie.
Sei rimasto sorpreso dal settimo posto di Marc Marquez a Portimao?
No, mi posso sorprendere di tutti ma non di lui. Marc è un talento talmente speciale che paradossalmente tutti si aspettavano la vittoria o il podio a Portimao. Quello che riesce a fare in moto è incredibile. Se riguardiamo la prima gara di Jerez 2020, la sua rimonta è fenomenale: prima della caduta ha passato gli avversari con una facilità imbarazzante. Ha rivoluzionato il modo di guidare. Ha letteralmente stracciato il manuale di come si corre in moto. Sarà interessante vedere cosa farà quest’anno.
Come vedi le Ducati?
La moto è incredibile. Velocissima. Mi piace molto Pecco Bagnaia, sembra si sia adattato benissimo alla moto. Vedo molto bene anche Jack (Miller).
Sei rimasto sorpreso dai rookies?
É incredibile vedere questi giovani così veloci al debutto in MotoGP. Questo anche perché le moto lo consentono. Guardando alla griglia, però, è un peccato non avere un inglese in MotoGP. Mi piaceva seguire Cal (Crutchlow)
Guardando a Sam Lowes, che peccato la caduta di Portimao dopo la doppietta in Qatar.
Conosco bene Sam e Alex e sono legato a loro. Il talento di Sam non si mette in dubbio. Se a questo aggiunge la regolarità, allora può veramente vincere il titolo. Sam è un pilota veloce e esperto, ma cade ancora troppo. Il controllo è fondamentale. Le corse non si vincono alla prima curva.
Hai menzionato Crutchlow. Secondo te, ci sono dei personaggi o degli showman come in passato?
Ci sono sempre dei personaggi, ma sono diversi rispetto ai miei tempi. All'epoca potevamo dire tutto a tutti e a nessuno interessava. Oggi, forse, ai piloti non è più permesso essere così.
Cosa pensi dell’imperversare del politically correct?
Forse non sono la persona adatta perché ho sempre detto quello che pensavo. Addirittura una volta dissi che odiavo tutti! Ma non ero solo io, eravamo in tanti. Adesso gli interessi sono tali che per ragioni di sponsor si dice quello che deve essere detto, si ringrazia tutto e tutti. Anche Gesù Cristo!
Secondo te mancano un po’ le grandi personalità nella MotoGP di oggi?
Sicuramente ci saranno delle personalità. Marco Simoncelli era un personaggio! E poi Valentino Rossi: ha cambiato completamente il volto del motociclismo. E’ stato il primo a sorridere sempre, ha messo la parola fine all’era di Wayne Gardner, Mick Doohan e Kevin Schwantz. L’approccio di Valentino ha cambiato la percezione del nostro sport. Parlando di caratteri forti penso anche a Max Biaggi, ma come approccio era più della mia era.
Credi sia per i social media?
Penso sia piuttosto per gli sponsor e l’organizzazione. Anche qui siamo andati troppo verso la Formula 1, dove si procede per penalizzazioni. Guarda Pecco Bagnaia a Portimao, penalizzato per le bandiere gialle quando il pericolo era già passato o la cancellazione del giro di Maverick Vinales per aver sfiorato la zona verde.