E’ direttore sportivo di Ducati da pochissimi mesi, ma ha già avuto un gran bel da fare. Mauro Grassilli, l’uomo che ha sostituito Paolo Ciabatti nella triade Ducati di cui fanno parte anche Gigi Dall’Igna e Davide Tardozzi, s’è ritrovato in poche settimane a vestire i panni più difficili. Lo ha raccontato lui stesso, in una lunga intervista a motorsport.com, in cui ha ripercorso anche le difficoltà trovate nel rinnovare il contratto con Pecco Bagnaia.
“C’è stato un momento – ha spiegato – in cui ho temuto che non saremmo arrivati a un accordo. Poi ho capito che si trattava solo di interpretare i ruoli. Io venivo a sole dieci gare l’anno, mi sono occupato di marketing per tanto tempo per Ducati e quindi non conoscevo abbastanza il paddock quanto invece conosco la fabbrica”. Parti e copioni che alla fine si sono allineati, quindi, con Bagnaia che ha rinnovato e Grassilli che ha potuto iniziare a pensare anche ai passi successivi. L’inizio, manco a dirlo, è stato ottimo, con la vittoria di pecco al GP del Qatar, ma il mercato è qualcosa che è in fermento sempre. In Ducati non hanno fretta, forti di avere nei loro box la moto più desiderata, ma questo non significa che non ci siano trattative da fare o comunque da tenere calde.
Il contratto di Enea Bastianini, come è noto, è in scadenza e le alternative per Ducati sono al momento tre: Marc Marquez, lo stesso Enea Bastianini e Jorge Martin. “Abbiamo una moto competitiva – ha spiegato ancora il ds Ducati - la più desiderabile in griglia, e per questo non abbiamo fretta di decidere chi sarà il secondo pilota ufficiale. La scelta sarà importante, va ponderata e richiede tempo. Abbiamo molti piloti tra cui scegliere. Marc piace molto al marchio. È un pilota che ha vinto molto e che ha un grande carisma. A me, che non lo conosco da molto tempo, sembra una persona onesta, sincera, una bella persona. Marquez è un pilota importante da tenere in considerazione. Per quanto riguarda Bastianini, la scommessa che abbiamo fatto con lui all'epoca è stata molto forte, perché i suoi risultati lo rendevano degno di un posto nella squadra ufficiale. Purtroppo gli infortuni non hanno permesso a Enea Bastianini di mostrare il suo potenziale e il suo talento, ma quest'anno è partito molto meglio. È il momento di aspettare, non abbiamo fretta. La cosa più importante è che si diverta di nuovo. Sa che ha il nostro pieno appoggio, poi vedremo cosa succederà". Discorso diverso, invece, per Jorge Martin. E’ a tutti gli effetti nella terna di nomi e ha piena fiducia da parte di Ducati, ma a Borgo Panigale sono consapevoli che sarà difficile tenerlo ancora una stagione o due in Pramac. Non tanto per volontà del pilota, ma perché le politiche aziendali sono cambiate.
“La gestione di Pramac – ha infatti svelato Grassilli - che è il nostro primo team satellite, e anche degli altri team indipendenti, cambierà un po'. La situazione economica globale ci costringe a fare molta attenzione alle spese, sia per il team ufficiale sia per Pramac, che è quello che riceve il maggior supporto dalla casa. Ora stiamo cercando di tornare a cifre più sostenibili". Ci saranno tagli, quindi, e è chiaro che se Jorge Martin non sarà promosso nella squadra ufficiale, difficilmente Ducati potrà garantire la copertura dell’ingaggio nel Team Pramac e lo spagnolo potrebbe inevitabilmente dover andare a cercare fortuna altrove. Una revisione dei vari accordi, quella annunciata da Grassilli, che coinvolge di fatto anche Valentino Rossi. O, meglio, il Team Pertamina Enduro VR46. E’ noto che la squadra di Tavullia ha contatti con Yamaha e è noto pure che difficilmente Ducati avrà otto moto in pista anche nel futuro. “Pramac ha l'esclusiva come struttura satellite che riceve il supporto della fabbrica – ha concluso Grassilli - Stiamo parlando con VR46 per estendere il nostro rapporto, ma non è facile perché, come ho detto prima, l'accordo deve essere inserito in questo nuovo quadro economico. Ci incontriamo con loro ogni settimana, ma non abbiamo ancora trovato una soluzione. Sappiamo che stanno parlando con altri costruttori, come è normale che sia, ma noi non abbiamo molta fretta".