Valentino Rossi è al traguardo dei 42 anni, passati per la maggior parte nel motomondiale. Come lui nessuno, se non altro per longevità. Paolo Ianieri ha intervistato Graziano Rossi per la Gazzetta dello Sport, dai suoi 42 anni - quando Valentino debuttò nel motomondiale - alla stagione che sta per iniziare, su cui si dice molto ottimista.
“Io a 42 anni non correvo già da un po’, da 12 anni - racconta Graziano Rossi - ma ero come adesso, andavo un po’ in automobile a fare traversi, a divertirmi. Non ho avuto una carriera lunga come la sua, né così significativa. Purtroppo per me e per fortuna per lui”. A 42 anni Valentino potrebbe correre la sua ultima stagione in MotoGP, ma quando li ha compiuti suo padre, nel 1996, stava debuttando nel motomondiale: “Aaah vero, la prima gara di Valentino! Meravigliosa. Dalla felicità, all’arrivo ha lasciato le mani, allargato le gambe e quasi si stampa sul muro”.
Poi ricorda gli inizi, quando l’obiettivo era soprattutto divertirsi. Una scelta che, in fondo, sembra il vero segreto della longevità sportiva di Valentino: “Lui ai miei 42 anni era già meraviglioso, di momenti di grande gusto me ne aveva già dati tanti! Nel garage ho una foto di lui bambino col go-kart completamente di traverso in una curva a sinistra e la ruota davanti staccata da terra. Bellissima. Sono stati per noi momenti indimenticabili. Oddio, per lui anche tutti gli altri. Ho sempre cercato con tutte le forze di non montarmi la testa e di non pensare di avere un figlio così veloce da diventare un bravo pilota. Non l’ho pensato finché è stato impossibile, e parlo di Donington 2000. Quando ha vinto con la 500 non ho più potuto nascondermi”.
In seguito ripercorre i regali fatti a Valentino, gli allenamenti e le prime gare con la moto: “A seconda dell’età ho sempre regalato dei motorini per ragazzi di 3-4 anni più grandi. Avevamo la cava, ma non solo, anche bei pezzi di asfalto. Le ho raccontato di quando legavo la sua macchinina con una fune alla mia auto e gli facevo fare i traversi? Mamma mia. Ancora oggi mi arresterebbero se lo si scoprisse. Una volta in minimoto a Cattolica partiva in pole. Si mise a destra, come la curva, e io che volevo fare l’intenditore provai a spiegargli che da sinistra avrebbe potuto passare all’esterno. Alzò la testa e disse: “Non ti preoccupare”. A 10 anni aveva capito tutto”.
Sulla MotoGP 2021, che sarà la 26° stagione corsa da Valentino Rossi, Graziano dichiara che: “Vorrei fare una precisazione. Può sembrare che Valentino corra ancora per battere qualche record, per fare il fenomeno, quello che non si arrende all’età. E non è mica vero. Lui ha voglia e gusto come in quei primi anni. È per questo che lo fa. Gli anni sono un dettaglio. Poi, certo, arriverà un momento in cui anche lui dovrà accorgersi di questo problema della carta d’identità”.
L’arrivo di Rossi nel Team Petronas, dove dividerà il box con Franco Morbidelli, potrebbe essere determinante per tornare a vincere: “Dal punto di vista emotivo-sportivo può essere un passo avanti. Perché lì avrà materiale di primissimo ordine, senza la responsabilità dei piloti ufficiali. E questo può contare molto. Non vorrei dirlo, ma quest’anno sono molto ottimista. Morbidelli sarà un grande stimolo. Da lui può accettare di arrivare un tantino dietro, però questo la prima, la seconda o la terza volta, non penso che non proverà a stargli davanti. E andare intorno a Morbidelli quest’anno significherà lottare per la vittoria. Se il Ranch è un riferimento importante, lui, Franco e Luca vanno forte uguale”.
Quando gli viene chiesto se Valentino ha perso diverse occasioni di vincere a causa della tensione, Graziano risponde che: “Se mi vuole chiedere se ha intatta la capacità di vincere, stia sicuro che la risposta è sì”. Ma che adesso, rispetto a quando le vittorie arrivavano con naturalezza, si emoziona ancora più facilmente.