È la prima stagione del motomondialesenza Valentino Rossi dopo un quarto di secolo: fortunatamente c’è Marc Marquez, sempre appeso a un filo. C’è Enea Bastianini che sta facendo vivere un sogno a Gresini, l’Aprilia che ha vinto la sua prima gara, una Ducati che sembra davvero arrivata. Qualcosa però, lo dimostrano le presenze dei tifosi in circuito e gli ascolti in televisione, inevitabilmente cambiato. Guido Meda, in un’intervista al Corriere della Sera, ne racconta i dettagli: “È stato meno traumatica del previsto - spiega subito - avendolo accompagnato per così tanti anni, compresi gli ultimi due di grandissima difficoltà, vedendo lui molto sereno nel ritiro, ha contagiato anche noi con la serenità. Abbiamo capito che per lui era il momento giusto. Avendo un legame molto bello, nel paddock è una presenza che manca. Ma se guardo il mio lavoro, che è quello di raccontare le corse e quello che ci sta intorno stiamo andando avanti anche senza Valentino. Bisognerebbe essere grati per il passato e quello che la vita ci ha dato ed essere sempre pronti a guardare all’oggi e al domani. E oggi, ci sono un sacco di spunti, dall’Aprilia a Bastianini, dalle vittorie Vietti Migno e Foggia nelle categorie minori. Anche fuori dall’Italia, pensiamo a Marquez, all’impresa che ha fatto domenica scorsa partendo ultimo e rimontando fino a ridosso delle prime posizioni, è stata una cosa bellissima”.
Poi parla di chi, da anni, chiedeva il ritiro di Valentino Rossi: “Non ho mai capito che cosa vuol dire questa cosa qui, sembrano cose che passano di bocca in bocca. Il primo magari l’ha detta e motivata, poi dopo s’è persa la motivazione e un buon numero di persone l’ha ripetuta. Io dico questo, se uno si diverte e lui si divertiva, gli danno la moto e gliela davano, ti pagano per farlo, sei realizzato in quel modo lì e accetti il fatto che con l’invecchiamento o il deterioramento tecnico della moto arrivi secondo, terzo o quarto e sei felice così e rendi felice chi ti guarda ma perché dovevi smettere prima. Uno smette quando non ci sono più le condizioni fuori di sé e dentro di sé”.
I momenti più belli in cabina di commento però, Meda non lo nasconde, sono legati a lui: “La telecronaca più emozionante? La follia di Rossi a Catalunya nel 2009, con quel sorpasso all’ultima curva dove non era passato nessuno, Valentino ha reso epica quella corsa. Mi sono divertito molto a Laguna Seca 2008, in una gara fondamentale per Valentino nei rapporti con Stoner, gli ha fatto un terribile sorpasso al Cavatappi. Da lì in poi Stoner non fu più performante e vinse Valentino”.
Momenti belli, altri terribili. Nessuno, però, come il Gran Premio della Malesia del 2011: “Non avrei mai voluto raccontare la gara in cui morì Marco Simoncelli. Non la auguro al mio peggior nemico. Abbiamo perso un grandissimo pilota, un ragazzo cui volevamo bene, aveva una empatia e carica umana naturali e irripetibili. Essere in diretta, non poter chiudere quando ti è molto chiaro che Marco è morto …è sicuramente il peggior ricordo della mia carriera in assoluto, non solo della mia carriera di telecronista delle gare di motori”.
Tornando al 2022, Guido racconta di Enea Bastianini, vincitore di due GP su quattro con una moto meno aggiornata e leader della classifica. Il tutto con una squadra, la Gresini Racing, orfana di Fausto al debutto nella categoria: “Bastianini c’è. E di brutto. Sta dando dimostrazioni di maturità e di completezza. È uno che ha 20 anni e sembra che corra da dieci. Ha velocità e talento naturale e questa è l’unica cosa che sapevo di lui. Ci ha aggiunto la capacità di mettere a punto la moto, che non è una cosa banale. Ma significa assimilare competenze per poterti confrontare con i tuoi ingegneri. Ha l’intelligenza di gestire la gomma e la performance”.
Quando gli viene chiesto dello sci e di Alberto Tomba, che Meda ha raccontato a lungo prima di passare alle due ruote, lui risponde che ad oggi sarebbe quasi impossibile trovare un personaggio dello stesso spessore. Questo, principalmente, per via dell’offerta pressoché infinita di contenuti a disposizione del pubblico: “Forse uno così esuberante nel carattere come Tomba non ce l’abbiamo. Ma non ci possiamo lamentare, basta solo pensare allo sci femminile. Oggi, rispetto ad allora, ci sono mille fonti di informazione, miliardi di contenuti video che ti arrivano addosso, per cui è un po’ più difficile appassionarsi visceralmente a qualcosa. Quando c’era una gara di Tomba si fermava l’Italia perché in televisione c’era solo quello. Oggi non si ferma nulla se la Goggia vince le Olimpiadi, non è detto che i miei figli la guardano perché magari nello stesso momento c’è lo youtuber preferito che è uscito con un contenuto nuovo che loro vogliono vedere”.