Quella sollevata sul podio non è la coppa che Pecco Bagnaia aggiungerà alla sua personalissima e ricchissima bacheca dei trofei, nel salotto di Pesaro. Quella coppa bronzea Pecco l'ha consegnata nelle mani di Franco Morbidelli, un'ora e mezza dopo la bandiera a scacchi, quando è arrivata l'ufficialità dei 16 secondi di penalità comminati a Maverick Vinales per over oltrepassato i fatidici parametri di pressione della gomma anteriore (lo spagnolo della KTM per più del 60% della gara ha girato con una pressione inferiore ai limiti prestabiliti). Non sappiamo se Maverick, come ha fatto Pecco nei box del Team VR46, sia andato direttamente in Ducati a cedere il trofeo a Bagnaia, in un'eventuale scena che ci immaginiamo ben più mesta di quella a cui hanno dato vita i due amici dell'Academy.
Quello che sappiamo con assoluta certezza è che Pecco Bagnaia ha concluso il Gran Premio del Qatar in seconda posizione, dopo essere partito undicesimo. Il capolavoro l'ha compiuto nei primissimi metri: scatto fulmineo allo spegnimento dei semafori, due posizioni guadagnate grazie alla scelta di spostarsi all'interno di curva uno, prima di gettarsi tutto all'esterno alla due, dove ha sorpassato Fermìn Aldeguer e Johann Zarco con una manovra di classe che la regia internazionale ha evidentemente sottovalutato. Poi il 63 ha scavalcato Quartararo, ha approfittato del contatto tra Alex e Diggia, ha sverniciato Vinales sul dritto e al quinto giro, sempre sul rettilineo, ha inghiottito Marc Marquez: in quel momento la vetta della corsa, afferrata da Morbidelli, era distante nove decimi. Dopo questo avvio di gara da stropicciarsi gli occhi, dopo questa sberla schioccata sulle guance di chi dubita, la prestazione di Pecco si è comprensibilmente plafonata. Lui si è messo in gestione gomme, riaccodandosi a Marquez e Vinales, e forse rimpiange di aver perso il loro treno quando si è trattato di scavalcare Morbidelli, che ha venduto la pelle carissima: "Quanto mi ha dato fastidio Franco? Più che altro eravamo già tutti attaccati e una volta che sono arrivato su Franco avremo perso circa un secondino. Recuperarlo non è stato facile, sono riuscito a riportarmi a mezzo secondo dai primi due ma poi ho subito un calo importante della gomma dietro. Alla fine Franco lui stava facendo la sua gara, aveva la possibilità di fare il podio, è stato un peccato che non sia riuscito a passarlo in maniera più veloce".

Ma non è questo il punto, perché Pecco rimpange ancor di più le dinamiche di un sabato buio, che si è riverberato sul resto del weekend: "È stata durissima, ma quello che mi fa arrabbiare è che quello che faccio alla domenica vorrei riuscire a farlo anche al sabato. Non è la prima volta che mi capita questa cosa. Oggi sono riuscito a partire sicuramente meglio, ero più aggressivo, riuscivo a infilarmi, a buttarmi dentro...questa è stata la differenza più grande. Quando recuperi da lontano, in una pista in cui il consumo della gomma è aggressivo, fai spesso fatica negli ultimi giri. Tutto sommato è stato un risultato positivo considerando la posizione in griglia. Questo weekend è stata colpa mia, perché partendo undicesimo è difficile sperare in qualcosa in più, ma questo deve servirci da lezione".
Più che una lezione, sembra che Pecco debba sbrogliare la matassa di un problema che ciclicamente si ripresenta: la Sprint Race, un format - un ritmo - che ancora del tutto non gli è entrato nelle vene. Ad onor del vero, questa volta, la causa scatenante del sabato sbilenco è stata la qualifica, condizionata da un problema tecnico e da un errore grossolano che Bagnaia non ha avuto alcuna difficoltà ad ammettere. Così ci si chiede cosa manchi a Bagnaia per ritrovare il suo cento per cento, quel feeling magico che l'anno scorso l'ha portato a vincere 18 gare su quaranta: "Sto facendo fatica a sentire il limite con la gomma davanti, mi ci sono avvicinato molto ma anche oggi ero un po' in difficoltà sotto quel punto di vista, infatti diversi piloti mi hanno superato in frenata". In questo senso, lui identifica nel weekend qatariota un deciso ma non definitivo step in avanti a livello tecnico, processo di crescita che vorrebbe completare tra i dolci curvoni di Jerez, pista che attende da mesi e che dovrebbe tornare a sorridergli tra un paio di settimane. Pecco fin qui ha stretto i denti, l'ha fatto anche in Qatar: la narrazione lo dava favorito nel deserto, le realtà ha detto che Marc Marquez al momento è superiore. Eppure il bicchiere di Bagnaia non è a secco, non è mezzo vuoto: la vera lezione del 2024 l'ha imparata; fin qui ha raccolto tutto il raccattabile laddove non poteva vincere. Solo 26 punti lo separano da un compagno di squadra che sembra correre su un altro pianeta ma che, alla fine, grazie alla testa di Pecco, resta lì, alla portata. In attesa di una svolta che deve arrivare prestissimo.
