Il GP del Bahrain ha confermato i timori della vigilia, per la Mercedes la partenza è stata nerissima, specie per la scarsa competitività della W14. Nonostante l’esperienza accumulata lo scorso anno, gli ex dominatori della F1 costruttori dal 2014 al 2021 si trovano nuovamente a fare i conti con una monoposto lontana dal comando. Come se non bastasse, oltre al distacco dalla Red Bull, sono stati raggiunti e superati dall’Aston Martin. Un brusco risveglio per Lewis Hamilton, che già aveva mostrato insofferenza, e non nasconde la sua amarezza al podcast Chequered Flag di BBC Radio 5, parlando di disastro annuciato, ma evitabile, almeno in parte: “Lo scorso anno ci sono state delle cose che ho detto agli ingegneri, spiegando quali fossero i problemi della macchina. Ne ho guidate tante nella mia vita e so di cosa ha bisogno un’auto per andare forte e di cosa, invece, non ha bisogno. Adesso è una questione di responsabilità, dovrebbero ammettere di non avermi ascoltato, che non siamo dove dovremmo essere, e che adesso c’è tanto lavoro da fare. Si deve intervenire sul bilanciamento nelle curve, verificare i punti deboli, essere uniti come team. Siamo ancora pluricampioni del mondo, abbiamo sbagliato quest’anno e lo scorso, ma non significa che non possiamo ancora imboccare la giusta direzione”.
Dichiarazioni dure, quelle di Lewis, che lasciano ipotizzare un possibile addio del campione inglese, il cui contratto con Mercedes scadrà a fine anno. Opzione, questa, che il team principal Toto Wolff nega con forza, masticando comunque amaro: “Hamilton è parte del team, è molto legato alla squadra e non credo che questa cosa cambierà soltanto perché abbiamo avuto un brutto inizio di stagione. Insieme abbiamo vinto otto titoli Costruttori e sei piloti e forse adesso sarebbe molto più facile gettare la spugna. Non lo faremo! Al contrario, dobbiamo andare a fondo dei problemi più di quanto non abbiamo mai fatto e dare a entrambi i nostri piloti una macchina con cui lottare. Loro stanno facendo tutto il possibile, ma alla fine semplicemente l’auto scivola in curva”. E allude a una svolta concettuale, con evidenti correttivi già nel 2023 in attesa di completare lo sviluppo in vista della nuova stagione. “Qua non si tratta – ammette il manager austriaco – di guadagnare tre decimi, ma di trovare vere performance per tornare in lotta per la vittoria delle gare e del campionato. Abbiamo perso un anno nello sviluppo, adesso per avere una curva di crescita più ampia forse bisogna prendere decisioni drastiche. L’Aston Martin lo ha fatto ed è tornata in pista più forte che mai. Se lo faremo anche noi, forse potremo riprendere la Red Bull. Questa è la nostra ambizione”.