Uno degli aspetti più curiosi di questa prima parte di MotoGP 2024 fa riferimento a Pedro Acosta e al fatto che lui, rookie maravilla, sia probabilmente il pilota con meno errori a referto dopo cinque gare e sei Sprint Race disputate. L'unico segno rosso sul foglio della sua tabella di marcia? La scivolata di Le Mans al Garage Vert risalente a settimane fa. Per il resto Pedro è sempre andato a punti e non si è mai classificato oltre il decimo posto. Un ruolino che oggi - giorno del suo ventesimo compleanno e del secondo podio in carriera in una Sprint Race (il primo l'aveva ottenuto a Jerez) - lo issa al sesto posto in classifica, primo dei piloti KTM.
Così fa una certa impressione vedere un fresco ventenne, al suo terzo mese di MotoGP, correre in maniera talmente matura. Perché oggi Pedro ha dovuto giocare in difesa, fatti salvi i primissimi giri, in cui all'uscita dell'ultima destra del Montmeló riusciva a scaricare sull'asfalto tutta la potenza della RC16 e ad affondare il colpo in fondo al rettilineo. Poi però la prestazione del numero 31 - per motivi di gomme - si è deteriorata. La KTM in accelereazione pompava, si muoveva, eppure Acosta restava lì: tra i primissimi, tra Pecco Bagnaia, Marc Marquez, Brad Binder, che sembravano decisamente più stabili, più padroni della situazione. Fa un certo effetto vedere un ragazzo scalpitante, di quelli con l'argento vivo addosso, mantenere la calma mentre incassa, mentre il campione del mondo in carica lo costringe a rialzare la moto in curva tre e Raul Fernandez - con un ingresso piuttosto maschio - lo porta alla deriva alla cinque. Bagnaia, Binder e Fernandez che - dopo aver passato Pedro - sono rimasti vittime di scivolate nella ghiaia e rispettive chiusure d'avantreno. Gli unici capaci di sfatare questa specie di maledizione, oggi, sono stati Aleix Espargaró e Marc Marquez. Non a caso, anche gli unici in grado di arrivare sul traguardo davanti ad un Acosta ventenne e tutto sommato in difficoltà sull'asfalto scivoloso di Barcellona.
Sorprende ancora di più l'attitudine di Acosta quando si presenta davanti ai microfoni di Sky. Non è particolarmente contento di festeggiare il suo ventesimo compleanno con una medaglia, ma è più infastidito per la gestione della corsa che, a suo parere, è stata lontana dalla perfezione. Pedro al cospetto Sandro Donato Grosso spara diverse parolacce tutte istinto e frustrazione, poi compensa con un "così è la vita" che è filosofia cristallina, dolcezza allo stato puro: "All'inizio della gara sono stato troppo ottimista. Ho scladato lo pneumatico anteriore con l'aria bollente degli scarichi di Pecco e di Brad. Così sono arrivato ad un momento in cui non riuscivo più a raffreddarla. Così è la vita; avrò più esperienza e più informazioni per domani. Oggi comunque la guida è stata un po' particolare, perché all'inizio provavo a salvare la gomma dietro, ma quando ho visto Pecco e Brad girare così mi sono messo anch'io a spingere a fuoco, fino a quando non si è surriscaldato l'anteriore. Poi è arrivato un momento in cui ho detto 'sono inc*lato con il davanti, provo a guidarla di posteriore'. Sono contento perché almeno abbiamo migliorato la partenza, ci sono tante cose da imparare in MotoGP". Sì, in top class ci sono diverse componenti da assimilare ma, dopo sei weekend di gara, sembra che Acosta si sia messo il grosso del lavoro alle spalle. Oggi, con tutte le imprecisioni del caso, guidando old style e facendo girare la KTM solo di posteriore, ha chiuso terzo. Immaginatevi quando avrà imparato tutto.