“Ho vinto la Honda Cup” – Marc Marquez l’ha buttata amaramente a ridere, commentando il sesto posto di Portimao dopo la bagarre con il compagno di squadra Pol Espargarò prima e con suo fratello Alex poi. L’otto volte campione del mondo ha chiuso primo delle Honda, arrivate tutte in fila al GP del Portogallo. Un po’ poco, anzi decisamente niente per uno abituato a vincere ammazzando i campionati e lasciando puntualmente a secco gli avversari. Però questa volta le colpe non sono sue, ma di una moto che gli ingegneri giapponesi hanno stravolto per renderla più facile e più guidabile, ottenendo invece il risultato opposto: neanche Marc Marquez riesce a farla andare forte.
Il campione, dalla sua, se l’è giocata con diplomazia, senza puntare il dito e, anzi, dimostrando uno spirito aziendalista da professionista vero: “La moto non è pronta per lottare per il mondiale, ma la verità è che non lo sono ancora neanche io – ha detto - La velocità è mancata in tutti gli aspetti, non solo in un aspetto. Quando sei a disagio sulla moto ci sono due opzioni, o vai con gli occhi chiusi e ci sono molte possibilità di cadere, o stai più accorto. Pian piano ho preso confidenza, ma quando ero dietro sia a Pol che a Álex eravamo più o meno tutti uguali. Quando Rins mi ha superato ho visto che era due gradini sopra. Ho già detto che era una moto nuova su un circuito in cui non abbiamo provato. Tutte le Honda sono uscite con un assetto molto simile, abbiamo avuto tutti più o meno gli stessi problemi”.
La RC213V sembra neanche lontana parente della moto che piegava tutti con Marc Marquez in sella e la classifica costruttori è impietosa verso il marchio più titolato della storia recente della Classe Regina. Tanto che anche Alberto Puig, che non è certo uno che ci gira intorno e nega le evidenze, è stato molto chiaro: “Il punto positivo è che siamo due punti più vicini alla leadership del campionato piloti – ha detto - ma la realtà è che la nostra prestazione non è stata buona come ci aspettavamo qui. Finire 16 secondi dietro il vincitore non è l'obiettivo. Questo non ci fa bene e dobbiamo migliorare. E’ vero che a Portimao non abbiamo avuto abbastanza tempo per lavorare sugli assetti a causa del meteo, ma questa non è una scusa perché gli altri piloti e le altre squadre erano veloci con lo stesso tempo nelle stesse condizioni. Dobbiamo continuare a lavorare ed esplorare le possibilità che ci attendono. Ora andiamo a Jerez, un circuito dove i nostri piloti sono stati tradizionalmente veloci. Dobbiamo aspettare e vedere qual è la situazione, puntare a fare una gara migliore e cercare di capire se non siamo con il gruppo in gara. Portimao ha dimostrato che dobbiamo migliorare ulteriormente la nostra moto".