Se spinge di brutto, come ha fatto a Austin, gli danno addosso. Se tira il braccino, come ha fatto a Portimao, gli danno addosso lo stesso. Il vero infortunio di Marc Marquez, diplopia e spalla a parte, è la rottura di palle che deve sorbettarsi ogni volta. E’ vero, il GP del Portogallo del 2022 lo ricorderà come quello in cui ha dovuto lottare per un misero ottavo (poi divenuto sesto) posto con il fratello Alex, ma in quel paio di giri i due se le sono date veramente, ben oltre il legame di sangue. Segno che Marc Marquez c’è, ha lo stesso DNA di sempre, e che a mancare, eventualmente, è la Honda. Lui, dalla sua, è tra i piloti dell’Ala Dorata quello che chiude puntualmente davanti, solo che oggi, dopo una prestazione così e così da un punto di vista del risultato finale, tutti stiamo a chiederci cosa gli sia successo e se davvero Marc Marquez tornerà mai quello di una volta.
A nessuno, invece, viene il dubbio che per rivedere il Marquez di una volta serve pure la RC213V di una volta? O almeno qualcosa che le somigli? E’ come se quando c’è di mezzo Marc Marquez non esistano giustificazioni che, invece, stanno sempre pronte in tasca per qualsiasi altro pilota. Se Bagnaia esce in pista con le gomme d’asciutto quando l’asfalto è un lago e cade, Bagnaia è sfortunato. Lo avesse fatto Marquez avremmo parlato di sfortuna? Ok, nel 2015 ha messo il becco dove non avrebbe dovuto, ma può bastare una benda così per non vedere che quel ragazzo con il 93 è ancora l’unico vero fenomeno in circolazione nel motomondiale? Qualcuno si è accorto che nella giornata di prove il 93 ha pure tirato una mina pazzesca e che, probabilmente, non lo ha lasciato proprio totalmente indenne?
Il punto è sempre lo stesso: Marc Marquez merita più rispetto! Perché è un fenomeno, l’unico, al di là di tutto il resto e dei trascorsi. E lo ha dimostrato anche oggi, non tirando il braccino come dicono in molti, ma mettendosi pure a rischiare di prendere paga dal fratello pur di mettersi in tasca un punticino o due in più. Altri avrebbero liquidato la cosa con un “ho solo cercato di non cadere e non ho forzato”. Lui invece ha forzato, tanto, per raccogliere poco. E lo ha spiegato anche dopo la gara: “Dall'inizio non avevo velocità e nemmeno feeling, non sono partito bene, con le Honda di Pol e Alex potevo giocarmela, ma per esempio Rins andava molto più forte. Abbiamo finito sesti, per ora va bene così. Dobbiamo ragionare circuito dopo circuito, qui Quartararo andava più forte, Jerez sarà un'altra storia. Dobbiamo fare un altro step anche noi"