Come Joan Mir guidava una Suzuki, come Joan Mir ha già vinto dei gran premi (anzi, ne ha vinti di più pur senza essere mai diventato campione del mondo della MotoGP) e come Joan Mir guiderà una Honda RC213V 2023. Solo che, al contrario di Joan Mir, non dovrà vestire gli stessi colori di Marc Marquez e non dovrà nemmeno condividerci il box, perché lui, Alex Rins, sarà “molto più comodamente seduto” nel box della Lucio Cecchinello Racing. Proprio il fondatore e team manager della squadra italiana in questi giorni ha parlato della nuova organizzazione, senza nascondere che le ambizioni sono altissime e che l’arrivo di Rins ha generato grandi aspettative dopo i due anni difficili con Takaaki Nakagami e Alex Marquez.
“Abbiamo una nuova struttura – ha detto Cecchinello – Beefy Bourguignon ora funge da direttore tecnico per entrambi i piloti. Supervisionerà il lavoro dei due capisquadra, Klaus Nöhles con Taka e David Garcia con Alex Rins. Sicuramente adesso possiamo contare su una struttura molto più forte e siamo più vicini al team ufficiale”. Un modo per sottolineare che le aspettative sono alte e che Alex Rins, pur vestendo i colori di una squadra privata, avrà le stesse opportunità dei due ufficiali della Honda, ma con meno pressione addosso. “Vincere di nuovo le gare è ovviamente uno dei nostri obiettivi - ha aggiunto l’ex pilota e ora team manager italiano - Anche una vittoria in una gara sprint sarebbe fantastica: è una possibilità perché avremo 21 sprint e 21 gare complete. Anche le condizioni meteorologiche a volte possono giocare a nostro favore e siamo decisamente concentrati a tornare nelle posizioni di vertice“.
Mettersi alle spalle il passato, quindi, e candidarsi come vera sorpresa della nuova stagione, con Cecchinello che non sembra particolarmente preoccupato del cambio di ambiente (oltre che di moto) a cui Alex Rins dovrà abituarsi: “Con Alex abbiamo parlato tanto del fatto che si è abituato ai vantaggi di un team ufficiale nel corso di sei anni con il suo ex costruttore - ha spiegato - Adesso corre in un team satellite, ma su una moto ufficiale: è un ragazzo abbastanza intelligente da capire che ora sta affrontando una situazione diversa. Questo, però, non significa che non stiamo facendo tutto il possibile per sostenerlo e sicuramente ha già avuto modo di apprezzare il nostro lavoro. Lavoriamo il doppio delle ore rispetto ai normali operai impiegati in una fabbrica, ma le corse sono anche questo”.