Sarà un mondiale di nuoto senza i baffi di Thomas Ceccon quello che si disputerà all’Aspire Dome. Il nuotatore veneto, 22 anni, unico oro azzurro in vasca (nei 50 dorso) ai mondiali di Fukuoka 2023, non prenderà parte alla spedizione italiana in Qatar. Una scelta dovuta a un infortunio al dito che il primatista mondiale nei 100 dorso si è procurato a dicembre scorso e che ha ritardato la sua preparazione. Non è da escludere che si tratti anche di una decisione tecnica, dato che la rassegna internazionale cade in un momento dell’anno piuttosto vicino alle prossime Olimpiadi di Parigi. Ceccon, però, può contare già sul pass olimpico grazie all’argento vinto ai Giochi di Tokyo 2021 nella 4X100 e al bronzo nella 4X100 misti. Così come Gregorio Paltrinieri, al quale tuttavia manca ancora il pass per le acque libere, Alberto Razzetti, Benedetta Pilato, Alessandro Miressi e la 4X100 stile libero uomini.
Oltre a Ceccon, la nazionale italiana dovrà fare a meno anche di Margherita Panziera, che proverà a qualificarsi per Parigi a marzo. Nonostante le assenze importanti, a Doha l’Italia sarà rappresentata da 34 atleti, 20 uomini e 14 donne, un giusto mix di giovani ed esperti: “Nel comporre la rappresentativa abbiamo rispettato quanto era indicato nei criteri di selezione coniugando le esigenze di squadra con quelle individuali in un’ottica olimpica”, ha spiegato il Diretto tecnico Cesare Butini. “Abbiamo formato anche questa volta una squadra che abbina esperienza a novità; ci sono nove atleti, tra maschi e femmine, che sono alla loro prima esperienza iridata. Sono state operate alcune scelte discrezionali che tendono a favorire la crescita di atleti giovani; 13 tra atlete e atleti sono nati dopo il 2001”. L’obiettivo principale per gli azzurri in Qatar sarà guadagnarsi un posto per tutte e sette le staffette di Parigi. “Le prime 16 nazioni nel ranking - tra mondiali di Fukuoka 2023 e Doha 2024 - avranno avranno la possibilità di partecipare ai Giochi Olimpici”, ricorda Butini. “Quello di Doha sarà un campionato mondiale particolare, inserito in una data improbabile e in una stagione densa di appuntamenti. A noi sarà comunque utile per maturare ulteriore esperienza e arrivare pronti all’evento principale della stagione: le Olimpiadi di Parigi”.
Il fittissimo calendario del nuoto di quest’anno (stravolto a causa della pandemia), con Mondiali, Europei e Olimpiadi uno dopo l’altro, ha costretto nuotatori e team a fare delle scelte strategiche e preventive in vista di Parigi. Il cielo di Doha sarà infatti privato di alcune delle più grandi stelle del nuoto. Le assenze più importanti si registrano in particolare tra le superpotenze del nuoto: Stati Uniti, che ha ridotto il proprio team ad appena 18 nuotatori e che dopo un decennio di vittorie non avrà nelle proprie file Katie Ledecky, regina delle lunghe distanze nello stile libero, prima nuotatrice a vincere sei titoli mondiali consecutivi negli 800 sl; e Australia, privata di Ariarne Titmus, detentrice del record del mondo nei 400 sl. Si aprono in questo senso importanti prospettive di successo per l’azzurra Simona Quadarella, che in vasca percorre le stesse distanze della Ledecky, ma è quasi sempre stata costretta a inseguire la statunitense su e giù per le corsie. Allo stesso modo l’assenza dell’astro nascente cinese Qin Haiyang, detentore del record mondiale sui 200 metri rana maschili, fa ben sperare il ranista italiano Nicolò Martinenghi, che però ritroverà in vasca il britannico Adam Peaty, primatista del mondo dei 50 e 100 metri rana, assente alle ultime due edizioni dei mondiali a causa di una frattura al piede e problemi di salute mentale.
A sorprendere è la scelta dei nuotatori russi di non scendere in vasca e gareggiare come atleti neutrali. Nel settembre 2023, World Aquatics aveva deciso di riammettere i nuotatori russi e bielorussi, precedentemente esclusi a causa dell’invasione militare dell’Ucraina, come neutrali a determinate condizioni: non sostenere le azioni militari russe, astenersi da inni e bandiere, rispettare le norme antidoping. In segno di protesta al termine delle iscrizioni si è registrata la presenza di soli cinque atleti come neutrali, tutti bielorussi. Nulla esclude che questa situazione possa ripetersi anche alle Olimpiadi di Parigi, soprattutto in assenza di provvedimenti simili per Israele.