Finora è stato un conflitto silenzioso, quasi a senso unico, quello tra la Federazione Internazionale dell’Automobile e i piloti di Formula 1, ma dopo il Gran Premio del Brasile è arrivata anche la risposta della GPDA, l’associazione che vede tutti i piloti della griglia della Formula 1 (e non solo) uniti per discutere quotidianamente delle varie tematiche del circus. Una risposta articolata, che approfondisce più temi contro la FIA e che chiede di far luce anche su questioni economiche: insomma, è come se George Russell, l’attuale direttore, avesse aperto il vaso di Pandora per trasformarlo in una vera e propria bomba contro il presidente Ben Sulayem e i suoi colleghi. Ma come ci si è arrivati a questa situazione?
Tutto è cominciato circa un mese fa, quando Max Verstappen è stato multato dalla Federazione e costretto a svolgere dei lavori socialmente utili per aver detto una parolaccia durante una conferenza stampa. In Brasile poi lo stesso errore lo ha fatto anche Charles Leclerc, che ha ricevuto una multa di ben 10.000 euro - ben differente da quella comminata a Lando Norris per non aver rispettato le procedure di partenza durante il Gran Premio vero e proprio. Insomma, la “sventura” del pilota della Ferrari è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno da un paio di anni, che vede protagonisti dei piloti silenziosi, che non si sono mai ribellati in massa a quanto detto dalla FIA ma che adesso sembrano essersi stufati e sono pronti a farsi rispettare.
“I membri del nostro sport sono professionisti, guidano nella più prestigiosa categoria del motorsport e sono i gladiatori che ogni weekend rendono possibili dei gran premi ricchi di azione e spettacolo” recita come incipit il comunicato della Grand Prix Drivers Association. “C’è differenza tra il dire una parolaccia per insultare qualcuno e il dirne una per caso, per descrivere il maltempo o un oggetto inanimato come una monoposto di Formula 1” continua la lettera, che vuole proprio andare a lamentarsi degli ultimi avvenimenti riguardo alle parolacce dette da Verstappen e Leclerc.
Fino a qui sembra quasi tutto tranquillo, finché non si legge però un appello diretto al presidente della Federazione, Mohammed Ben Sulayem: “Siamo noi ad esortare il nostro presidente a fare attenzione alle parole che utilizza quando si riferisce a noi” riferendosi principalmente a una delle recenti interviste rilasciate dall’ex rallysta, che li aveva descritti come dei “rapper”. E chiudendo il discorso con “siamo tutti adulti e non c’è bisogno di educarci attraverso i media a questioni superficiali come la scelta della biancheria intima o dei gioielli da indossare durante le sessioni” George Russell la tocca proprio piano, lanciando un messaggio forte e chiaro per la controparte.
Proprio qualche anno fa, la FIA aveva ricordato ai piloti che durante i Gran Premi c’è un abbigliamento ben specifico da indossare, come si può ben immaginare, e che non è possibile indossare biancheria non ignifuga o gioielli, come i piercing di Lewis Hamilton. Il britannico aveva risposto presentandosi ad una conferenza stampa ricoperto di orologi, bracciali e catene, e l’argomento era ben presto finito in sordina, ma ad oggi è tornato ad essere uno dei punti più salienti secondo la GPDA. Alex Wurz, il presidente dell’associazione, lo aveva anche accennato in qualche intervista qua e là durante l’ultimo periodo, ma non abbastanza da far prevedere una mossa così importante quale un comunicato su tutti gli schermi. “Inoltre, vorremmo chiarezza su come le multe in denaro vengono decise dalla FIA e su dove vadano a finire i soldi dati. Per la GPDA non sono appropriate, come già è stato espresso negli ultimi anni, quindi chiediamo al presidente di poter essere più trasparente anche su questo lato” conclude la lettera, insieme all’augurio di poterne discutere apertamente appena ce ne sarà l’occasione.
Non ha lasciato una virgola nel posto sbagliato Russell, che ha voluto riportare tutto quello che insieme al resto della griglia ha ritenuto inappropriato nell’ultimo periodo, mettendo “tutti i puntini sulle i”, come si suol dire. Insomma, per la prima volta dopo tantissimo tempo, i piloti si sono fatti sentire, facendosi rispettare da una Federazione che sembra star trascurando argomenti molto più importanti di una semplice imprecazione di Verstappen o di Leclerc, come ciò che succede effettivamente in pista. Bisogna fare un applauso allora alla GPDA, che questa volta è decisa: “Non vogliamo essere trattati come dei bambini”. E come non essere dalla loro parte.
Il post Instagram della Grand Prix Drivers Association: