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I vecchi leoni della Formula 1 non ci stanno: "A Spa si poteva correre. Noi in pista con i monsoni"

  • di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

3 settembre 2021

I vecchi leoni della Formula 1 non ci stanno: "A Spa si poteva correre. Noi in pista con i monsoni"
Gerhard Berger e Nigel Mansell ricordano una Formula 1 fatta di rischi e pochi compromessi, un mondo che poco assomiglia a quello del paddock di oggi. Il motivo? Lo abbiamo visto a Spa

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Nel mondo della Formula 1 la sicurezza va avanti, e non esistono retromarce. Quello che un tempo era permesso, voluto e concesso oggi non ha più spazio nel paddock. Dev'essere strano quindi, per piloti come Gerhard Berger e Nigel Mansell, vedere un circus così diverso rispetto a quello a cui erano abituati. Assistere a polemiche e drammi nati intorno alla sicurezza di una pista storica come Spa Francorchamps e dover commentare l'annullamento (o il pseudo annullamento) di un Gran Premio a causa della pioggia. 

E forse, ancora più grave, vedere tutti i piloti attualmente in griglia concordi con un concetto così lontano dal loro modo di correre, e di fare Formula 1: per loro infatti, per tutti o quasi, domenica non si doveva correre. 

"Invece si poteva correre! - ha detto il leone inglese Nigel Mansell - noi abbiamo corso anche con i monsoni. Una volta abbiamo corso con un meteo terribile a Montecarlo (nel 1984) e anche in Australia (1991), in Giappone (nel 94) e all'Estoril (1985). Alla fine a Spa quest'anno è stata tutta una farsa. E penso che abbia ferito la F1, il che significa che è un male per tutti i fan, fa male anche a me come pilota del passato. Perché siamo stati privati, penso, di una gara memorabile". 

Il pilota ha proseguito raccontando di un episodio in cui è rimasto coinvolto, nel corso della sua carriera, con Ayrton Senna, per fare un paragone con ciò che un tempo veniva considerato pericoloso e con quello che oggi viene usato come metro di giudizio: "Confrontiamo Spa di quest'anno con Montecarlo, Estoril, Adelaide... Ayrton Senna e io abbiamo lottato per il comando della gara con nove auto ferme sul circuito!". 

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Mansell non vuole porre il divertimento al di sopra della sicurezza, e più volte nel corso dell'intervista, lo sottolinea, ma il suo punto di vista è chiaro: per chi ha corso un'altra Formula 1 la scelta di Spa è ancora più difficile da accettare. 

Concorde con la posizione di Mansell c'è un altro grande pilota del passato: Gerhard Berger. Intervistato da Servus TV il pilota ha spostato l'attenzione su una questione che riguarda tutto il mondo della Formula 1: decidere se correre o meno sotto la pioggia. 

“La situazione era difficile, lo capisco ma penso che debbano decidere se guidare sotto la pioggia o no - ha spiegato Berger - Gli americani della Nascar hanno chiesto di non guidare sotto la pioggia. In tutta la mia carriera c’è stata solo una gara che è stata davvero critica. Ma abbiamo detto, ‘Ok, è difficile, ma andiamo!’. Penso che domenica fosse possibile guidare. Se l’acqua drena via in una certa misura, è possibile. Devi solo togliere il piede dal gas”.

Le posizioni dei due, molto criticate in queste ore, non tolgono valore alla sicurezza del motorsport ma permettono a tutti di porsi delle domande: che cosa si vuole dalla Formula 1? Un ritorno al passato? O la sicurezza prima di tutto? Rispondendo, sinceramente, a questa domanda il circus potrebbe trovare le risposte che sta cercando. 

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